Ayrton Senna: 25 anni fa moriva l’asso brasiliano della Formula 1

È passato un quarto di secolo da quel terribile incidente che tolse di scena uno dei più grandi talenti della storia della Formula 1. Nonostante gli anni, il ricordo del pilota brasiliano è più vivo che mai.

Ayrton Senna: 25 anni fa moriva l’asso brasiliano della Formula 1

Per tutti gli appassionati di automobilismo, parlare del weekend maledetto equivale ad evocare i tragici fatti del GP di Imola disputato 25 anni fa. A detta di molti, fu proprio in quella circostanza che l’intero carrozzone della Formula 1 toccò il suo punto più basso, tanto che furono in molti a domandarsi se non fosse più logico mettere fine ad uno sport che assumeva sempre più le sembianze di una carneficina.

La morte di Roland Ratzenberger alle prove del sabato fece calare sul paddock un clima spettrale. Nell’aria si fiutava che qualcosa non stava più girando per il verso giusto. L’idea di togliere dalle monoposto qualsiasi dispositivo elettronico, di fatto le aveva rese più scorbutiche e quindi insicure. Senna era il primo ad aver lanciato l’allarme, e voleva fare qualcosa per migliorare una situazione che lo stava sempre più angosciando.

Il dramma del pilota della Simtek non fece altro che aumentare il turbamento verso un mondo che faceva fatica a riconoscere. La sua inquietudine esternata sulla griglia di partenza, dove si era calato nell’abitacolo vagando con la mente chissà dove, era già di per sé un brutto presentimento. E in effetti non fu necessario attendere a lungo. Al settimo giro, mentre era in testa alla gara con la sua Williams, andò dritto alla curva del Tamburello.

All’impatto violentissimo seguirono dei minuti lunghi un’eternità. Tra il terrore e lo sconforto, la gente incominciò a pregare lo stesso Dio in cui Ayrton nutriva grande fede. La speranza venne però definitivamente a dissolversi alle 18.40, ora ufficiale del decesso comunicato dallo staff medico dell’Ospedale Maggiore di Bologna.

La sua morte segnò profondamente il mondo della Formula 1. Ad ogni modo, nonostante siano trascorsi 25 anni, il brasiliano rimane un mito che tutti i piloti tentano in un modo o nell’altro di emulare. A 34 anni e con tre campionati del mondo vinti al volante della McLaren, Magic era già un asso amato dalla folla. La scomparsa contribuì ad aumentarne la leggenda, ma allo stesso tempo fu un sacrificio che pose le basi per rivoluzionare le auto, da quel momento sempre più tecnologiche e sicure.

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