Ufficiale, Andrea Pirlo lascia il mondo del calcio

Andrea Pirlo ieri ha giocato la sua ultima partita da professionista con il New York City FC contro il Columbus Crew. Oggi, sul proprio profilo Twitter, ha salutato il mondo del pallone ed i suoi tifosi.

Ufficiale, Andrea Pirlo lascia il mondo del calcio

Ha salutato e ringraziato tutti compreso la sua famiglia. Così Pirlo ha deciso di appendere le scarpe al chiodo dicendo con grande umiltà che a 38 anni è meglio dare spazio ai giovani. Ma la cosa emozionante sono stati gli applausi che i 23mila dello Yankee Stadium hanno tributato all’ex regista della nazionale italiana campione del mondo nel 2006, ogni volta che toccava la palla o batteva un calcio d’angolo.

C’è stata poi la standing ovation finale, alla quale il giocatore – la cui maglia è ancora la più venduta nello store del NY City – ha risposto con un cenno di saluto. Ha poi confidato che venerdì prossimo non si perderà lo spareggio tra Svezia e Italia, primo atto del doppio confronto che vale un posto al mondiale di Russia 2018.

Una carriera brillante quella di Pirlo, un calciatore con un tasso tecnico eccezionale; un suo ex allenatore, Marcello Lippi, diceva: “Pirlo è un leader silenzioso: parla con i piedi”.

Andrea deve molto all’allenatore Carlo Mazzone che, quando era al Brescia, lo impiegò come regista perchè aveva intuito le sue doti tecniche soprattutto per la sua eccezionale visione di gioco.

La carriera di Pirlo prende il volo quando approda al Milan nel 2001, utilizzato nello schema ad “albero di Natale” di Carlo Ancelotti. Con i rossoneri vincerà tantissimo: due campionati, due coppe nazionali e due Champions League e, inoltre, diventerà anche campione del mondo nel 2006 con la nazionale italiana.

Nel 2011, dopo 9 anni in rossonero, arriva alla Juventus a parametro zero, perchè il club milanese non credeva più in lui per via dell’avanzare dell’età. Ma l’età sarà solo un dettaglio perchè il centrocampista diventa uno dei protagonisti della rinascita della Vecchia Signora, che veniva da due deludenti settimi posti in campionato. Con la Juventus di Antonio Conte conquista altri 4 scudetti, due coppe Italia e due Supercoppe italiane, facendo ricredere chi lo considerava ormai bollito.

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