Quasi nessuno ricorderà il nome di Carlos Henrique Raposo detto il “kaiser” ma per vent’anni è stato un calciatore professionista brasiliano, o meglio è stato pagato come un calciatore professionista, ma del gioco più famoso del mondo forse non conosceva neanche una regola.
Carlos Henrique nasce a Rio de Janeiro nel 1963 e fin da bambino sogna di diventare calciatore come tutti i piccoli brasiliani, ma il piccolo Carlos Henrique per il pallone è negato. Il ragazzo non si demorde e visto che le porte degli stadi per lui non si aprono, inventa la più grande truffa della storia del calcio.
Frequentatore assiduo di discoteche e locali notturni inizia a tessere la sua diabolica tela. La sua fama da “Tony Manero di Rio” affascina i calciatori che ben presto diventano suoi amici. Bebeto, Romario, Branco ed Edmundo iniziano a frequentare Carlos Henrique, e vengono convinti a farlo tesserare per una vera squadra di calcio. Carlos Henrique aveva escogitato un piano geniale: ogni volta che uno dei suoi amici cambiava squadra veniva inserito dai loro procuratori nella trattativa, come se fosse una sconosciuta giovane promessa del calcio brasiliano. Insomma se la squadra voleva il campione doveva prendere anche il bidone. Al primo allenamento, con la complicità dei suoi amici, che simulavano un rude intervento sulle sue caviglie, si infortunava. I suoi recuperi dagli infortuni erano lunghissimi grazie anche a certificati falsi di qualche suo amico medico.
All’età di 23 anni Carlos Henrique è un giocatore del Botafogo. Ma in quella stagione non collezionerà nessuna presenza. L’anno successivo passa al Flamengo, anche qui senza mai scendere in campo. Nonostante non giocasse, grazie a qualche amico giornalista, venivano pubblicati articoli che decantavano le sue doti calcistiche, per la verità molto nascoste. Così come quando approdò al Bangu, il giornale locale pubblicò: “il Bangu ha il suo re: Carlos Kaiser”. E fu proprio nel Bangu che Carlos Henrique scese in campo per la prima volta: l’allenatore indispettito dai suoi frequenti infortuni lo mandò in campo, ma lui dopo otto minuti litigò con un tifoso avversario e si fece espellere.
La sua carriera si chiuse a 40 anni e solo 20 presenze dopo essere stato tesserato anche nel Fluminense, Vasco de Gama, America e Guarany de Camaquã, oltre a delle esperienze in Messico al Puebla, in Texas al El Paso, in Argentina all’Independiente e anche in Francia all’Ajaccio. Ed è proprio in Francia che il brasiliano mise in scena una delle sue migliori performance. Durante la sua presentazione lo stadio era gremito di gente per il nuovo acquisto brasiliano, il campo pieno di palloni, ma anziché mostrare al pubblico le sue doti calcistiche, Carlos Henrique, tirò i palloni in tribuna salutando e baciando la nuova maglia, pubblico in delirio e affetto guadagnato.