Il calcio italiano è in lutto, non è più con noi il calciatore – di ruolo attaccante – Salvatore Schillaci, per tutti Totò; il calciatore palermitano, classe 1964, ci lascia a soli 59 anni, da tempo combatteva contro una brutta malattia che alla fine non gli ha dato scampo. Si trovava recentemente presso l’ospedale Civico del capoluogo siciliano.
Il momento più bello della sua carriera è stato durante i mondiali del 1990, gli ultimi disputatasi sul suolo italiano; Schillaci con ben 6 goal realizzati diventò a sorpresa il capocannoniere dell’intero torneo e l’Italia, grazie anche alle sue reti, riuscì ad arrivare alle semifinali, lì però fu fermata dall’Argentina di Diego Armando Maradona.
C’è da dire che in quel campionato mondiale era partito come riserva, poi grazie alle sue ottime prestazioni riuscì a conquistarsi la fiducia del ct Vicini. A seguito del grande mondiale in quell’anno arrivò anche secondo, alle spalle del tedesco Matthaus, nella classifica dei migliori giocatori al mondo; stiamo parlando della graduatoria del famoso premio individuale chiamato Pallone d’oro.
Lui stesso nelle interviste raccontava come il Calcio gli ha cambiato la vita, gli ha letteralmente salvato la vita, proveniva infatti da una famiglia povera e lo sport lo ha aiutato a realizzarsi e soprattuto a stare lontano da certe cattive amicizie e dai pericoli di quel periodo. Fu la squadra giallorossa del Messina quella che lo lanciò e lo consacrò, lì gli diede il giusto spazio un grande allenatore anche lui siciliano, era Franco Scoglio.
Nell’arco della sua carriera ha poi indossato le gloriose maglie della Juventus e dell’Inter e terminò la carriera in Giappone. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo aveva una scuola calcio e lavora assieme ai giovani. Stava lottando con tutte le sue forze contro questa pericolosa malattia e a causa di questa si era già operato, poi l’ultimo ricovero e l’aggravamento delle condizioni che purtoppo non facevano presagire nulla di buono. Lascia tre figli: Mattia, Jessica e Nicole.