Fino a pochi giorni fa si era deciso di far giocare a porte chiuse cinque gare del campioato di Serie A. Per questo motivo si è mormorato di trasmettere Juventus-Inter in chiaro sul canale Nove, ma anche Rai e Sky si sono proposti. Tuttavia, a causa della Legge Melandri, il tutto è saltato sin da subito.
Durante la mattinata di oggi 29 febbraio, però, la Lega ha deciso di rinviare i match che dovevano giocarsi a porte chiuse: Udinese-Fiorentina; Sassuolo-Brescia; Parma-Spal; Milan-Genoa e Juventus-Inter. Le cinque partire, se non ci saranno cambiamenti all’ultimo momento, si disputeranno il 13 maggio 2020.
Secondo il Corriere della Sera il rinvio di Juventus-Inter è stato scelto soprattutto da Andrea Angelli, poco propenso a giocare a porte chiuse. Infatti il derby d’Italia porta in dote un incasso dal botteghino ed eventi collegati che superano i cinque milioni di euro.
Il folle calendario dell’Inter
Un po’ tutte le squadre pagano caro questa scelta della Lega di rinviare i match di Serie A ma, a quanto pare, ad averne la peggio è l’Inter. Il calendario dei nerazzurri (con ancora da definire la data tra Inter e Sampdoria) è il seguente:
- 3 maggio: Inter – Fiorentina
- 7 maggio: eventuale ritorno semifinale di Europa League
- 10 maggio: Genoa – Inter
- 13 maggio: Juventus – Inter
- 17 maggio: Inter – Napoli
- 20 maggio: eventuale finale di Coppa Italia
- 24 maggio: Atalanta – Inter
- 27 maggio: eventuale finale di Europa League
Per questo motivo Giuseppe Marotta, dirigente dell’Inter, ha chiesto nuovamente una Serie A composta soltanto da 18 squadre, con un calendario che quindi prevede alcuni turni infrasettimanali liberi per casi straordinari come quelli del Coronavirus.
Nonostante questo, non sembra del tutto convinto per il rinvio: “Non voglio fare polemiche, la Lega ha deciso così e prendiamone atto, ma il criterio di questa domenica, che non tocca solo Juventus-Inter, decisione presa all’ultimo momento, si poteva evitare. Siamo in un momento straordinario del Paese, delicato, con problematiche di economia, di reputazione. Lo sport viene sicuramente dopo, ma la cosa poteva essere affrontata prima e si poteva evitare di arrivare a una decisione all’ultimo momento”.