La situazione del calcio in Italia diventa nuovamente un rebus. La situazione delicata causata dalla variante Omicron sta iniziando a preoccupare il Governo Draghi, dal momento che si sta superando giornalmente i 100mila contagi al giorno e sfiorando spesso, se addirittura non vengono superati, i 200 morti giornalieri.
Per questo motivo, come riportato da l’Ansa, Mario Draghi avrebbe chiamato Gabriele Gravina, presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, con l’obbiettivo di provare a sospendere il campionato per due settimane o al massimo giocare a porte chiuse.
La Lega di Serie A, almeno per il momento, non vuole sentire ragioni: “Dall’incontro tra i club è uscita una posizione di fermezza sulla possibilità di ‘poter proseguire lo svolgimento delle proprie competizioni (Serie A, Coppa Italia, Supercoppa) come da programma, grazie all’applicazione’ del nuovo protocollo approvato ieri, che prevede l’obbligo di scendere in campo con almeno 13 giocatori disponibili andando, in caso di necessità, a pescare anche dalla Primavera. Nell’idea della Lega, potrebbe bastare questo a continuare regolarmente, nonostante alcune voci contrarie degli ultimi giorni”.
Nell’assemblea fatta nella giornata di ieri la maggior parte dei club di Serie A hanno ribadito la loro volontà di andare avanti con questa capienza pur sapendo che, se la situazione non migliorasse nel giro di due o al massimo tre settimane, le porte chiuse diventerebbero una dura realtà.
L’ulteriore caos nel mondo del calcio nasce anche dalle decisioni delle Asl locali, ove a oggi serve è necessaria una gestione univoca da parte delle autorità sanitarie. Giuseppe Marotta, AD dell’Inter, in merito a questo argomento ha dichiarato: “Siamo in una situazione in cui le Asl decidono autonomamente e causano delle anomalie, ad esempio il Verona va a giocare a La Spezia con 11 positivi mentre altri con meno positivi sono stati fermati. A noi serve un protocollo chiaro e per questo ci confronteremo con il Governo e il ministero dello Sport. Nel momento in cui sono le Asl a decidere autonomamente ci sono troppe differenze e il campionato ne risente. Bisogna limitare l’influenza delle Asl“.