Una vittoria importante per l’Inter che per una sera allontana i malumori dopo le ultime prestazioni altalenanti. I nerazzurri si sbarazzano della Sampdoria segnando tre reti e si rilanciano nella corsa per il terzo posto.
Ospiti d’onore a San Siro per l’anticipo della 26esima giornata tra Inter e Sampdoria; in tribuna, accanto al presidente Thohir e a Massimo Moratti, si rivedono due vecchi idoli dei tifosi nerazzurri, mister triplete Jose Mourinho e Ronaldo. L’accoglienza dei tifosi nerazzurri non è la stessa per i due, solo applausi per lo Special One, insulti per il Fenomeno, reo di aver vestito la casacca del Milan.
Roberto Mancini deve fare a meno degli squalificati Kondogbia, Medel e Telles. C’è D’Ambrosio sulla fascia sinistra, spazio a Biabiany e Melo a centrocampo, la coppia d’attacco è Icardi-Eder.
Montella lascia in panchina Cassano e Muriel e dà fiducia a Quagliarella e all’ex Alvarez. E’ la Samp ad avere le occasioni migliori. All’11’ Handanovic è attento sul tiro di Quagliarella, un minuto dopo Ranocchia di testa sfiora la traversa.
Alla prima occasione l’Inter passa. Angolo di Brozovic, allunga di testa Murillo, D’Ambrosio – tutto solo – infila Viviano. Primo gol in serie A con la maglia nerazzurra per il difensore napoletano. Poco prima dell’intervallo, proteste doriane per un tocco di braccio in area di D’Ambrosio sul tiro di Correa; c’era il calcio di rigore.
Nel secondo tempo è sempre la Samp ad avere le occasioni migliori, ma al 57′ l’Inter raddoppia, ancora su azione da calcio d’angolo. Questa volta è Felipe Melo ad allungare di testa per il gol di Miranda. Montella prova ad aumentare il peso del proprio attacco inserendo Muriel, ma è ancora l’Inter ad andare in gol. Perde palla proprio Muriel, svirgola Ranocchia e Icardi può involarsi verso la porta e battere Viviano per il 3-0.
In pieno recupero il diagonale di Quagliarella supera Handanovic e fissa il punteggio sul 3-1 per i padroni di casa. Un successo che proietta l’Inter momentaneamente al quarto posto, mentre per la Samp l’incubo retrocessione si fa sempre più vicino.