L’Italia è a un bivio. Tra un mese esatto scopriremo se avrà imboccato la strada per Mosca o se – mestamente – avrà intrapreso quella fallimentare di un’estate da passare sul divano di casa a guardare soltanto in televisione il prossimo Mondiale. Le ultime partite contro Macedonia (pareggiata in casa per 1-1) e Albania, vinta per 0-1 con grande sofferenza, non hanno fornito indicazioni confortanti e i tifosi cominciano a preoccuparsi.
La notizia buona, però, è che gli Azzurri potranno giocarsi l’accesso a Russia 2018 con un piccolo vantaggio: nel sorteggio di martedì 17 infatti (h. 14) l’Italia sarà testa di serie insieme a Svizzera, Croazia e Danimarca.
Evitato, quindi, lo spauracchio dei ‘derby di confine’ con i rossocrociati e con i bianco-rossi balcanici. Il destino degli Azzurri passerà inevitabilmente da uno degli estremi del vecchio continente: o a nord con una tra Svezia, Irlanda e Irlanda del Nord o a sud nell’infuocato clima greco. Nazionali – almeno sulla carta – tutte inferiori all’Italia, la quale però non dovrà innanzitutto sottovalutare l’avversario. Inoltre urge trovare soluzioni tattiche stabili e abbandonare quell’atteggiamento rinunciatario che è stato spesso additato al CT della Nazionale, Giampiero Ventura: ma questi sono aspetti che potranno essere corretti e migliorati più avanti e l’Italia ha un anno di tempo per farlo.
L’obiettivo da centrare in questo momento è atterrare a Mosca. Vediamo allora uno a uno gli ostacoli che potrebbero palesarsi sul cammino degli Azzurri.
- SVEZIA. La Nazionale allenata da Jan Andersson è sicuramente il pericolo numero 1. Privi di Zlatan Ibrahimovic – capocannoniere di tutti i tempi con 62 goal all’attivo e ritiratosi al termine degli Europei 2016 in Francia – gli scandinavi hanno deciso di puntare ai Mondiali con lo ‘zoccolo’ dei ragazzini che hanno trionfato nell’Europeo U21 2015: Augustinsson, Larsson ma soprattutto quel Victor Lindelof (classe 1994), ormai perno del Manchester United di Mourinho. A loro si aggiunge l’esperienza difensiva dell’ex genoano Granqvist, di Lustig e di Olsson – i veterani della Svezia – ma soprattutto la vena realizzativa di Marcus Berg che ha scelto di isolarsi negli Emirati Arabi Uniti (Al-Ain) con un contratto faraonico, ma che non ha perso affatto il fiuto del goal realizzando 8 reti nel girone di qualificazione. Una Svezia che ha nel reparto offensivo il suo punto forte: 26 le reti segnate in dieci partite, dove ha peraltro superato ampiamente una sempre coriacea Bulgaria e ha di fatto estromesso dal Mondiale l’Olanda con una partita d’anticipo.
- IRLANDA. Anche la compagine allenata da Martin O’Neill ha da poco salutato il suo alfiere più rappresentativo, quel Robbie Keane capocannoniere all time della nazionale irlandese con 68 goal in 146 partite. I ‘Verdi’ hanno così perso un punto di riferimento non indifferente, trascinatore indiscusso a suon di reti. L’Irlanda, però, fa da sempre suoi fisicità e contrasti ‘maschi’ rendendola ostica e tignosa a qualsiasi avversario, specialmente nei match giocati tra le mura amiche dove contano molto sull’ambiente infernale creato dai propri tifosi. Altro fattore da non sottovalutare è la totale presenza di giocatori che militano in Premier League, sintomo di complicità e di affiatamento tra i compagni dei vari reparti. Ciononostante l’Irlanda ha mostrato grande intraprendenza anche in trasferta, guadagnandosi i playoff nel derby tutto britannico contro il Galles, grazie al gol vittoria del nord irlandese James McLean che ha scelto di cambiare Nazionale per ragioni politiche. E proprio quest’impresa potrebbe dare una carica maggiore come confermato dal capitano David Meyler: “E’ stato probabilmente il miglior momento della mia carriera. Ho giocato partite importanti con l’Hull City, ma vincere in Galles da capitano è un’esperienza incredibile“.
- IRLANDA DEL NORD. Da un O’Neill a un altro. Micheal, che siede sulla panchina dell’Irlanda del Nord dal 2012, è l’artefice del (quasi) doppio miracolo sportivo di un Paese con meno di 2 milioni di abitanti: qualificata direttamente alla fase finale di Euro 2016 è ad un passo da una storica doppietta che la proietterebbe al quarto Mondiale della sua storia. L’impresa però non sarà delle più facili: tecnicamente è la squadra più carente dal punto di vista realizzativo e il suo bomber, Kyle Lafferty (ex Palermo, attualmente milita nel modesto Norwich) non segna in Nazionale da 11 mesi. Tuttavia, l’Irlanda del Nord è arrivata comodamente seconda nel girone alle spalle della Germania e lasciandosi alle spalle una più quotata Repubblica Ceca. Anch’essi – come i cugini irlandesi – molto fisici, cercano di sfruttare i calci piazzati per creare pericolo agli avversari.
- GRECIA. Usufruendo della vittoria del Belgio ai danni della Bosnia di Dzeko, Pjanic e Ibisevic, la Grecia ha ottenuto accesso agli spareggi in maniera insperata e vorrà sicuramente vender cara la pelle. Il problema dei balcanici, però, è l’attacco che fatica a trovare la via del goal: il più prolifico è l’ex Olympiakos e Benfica Kostas Mitroglou, da quest’anno al Marsiglia senza però aver ancora giocato una partita. E anche in Nazionale non è mai riuscito a esplodere veramente. Tanti poi gli ‘italiani’, conoscenze del nostro campionato: da Karnezis (Udinese) a Manolas (Roma), condottiero della difesa, da Torosidis (capitano del Bologna) all’ex Milan Sokratis Papastathopulos, da anni faro del Borussia Dortmund.