Parma Calcio, i ducali retrocedono senza dignità dopo la sconfitta di Torino

Il Parma, dopo la sconfitta contro il Torino, scende matematicamente in Serie B. Ora Kyle Krause, insieme a Javier Ribalta, avranno il duro compito di formare una squadra competitiva per riprovare la salita immediata.

Parma Calcio, i ducali retrocedono senza dignità dopo la sconfitta di Torino

Il Parma, nel posticipo di lunedì, regala un altro spettacolo indecoroso ai suoi tifosi perdendo, senza praticamente mai lottare, contro il Torino. La squadra allenata da Davide Nicola si mostra sin dai primi minuti molto più motivata, siccome si trovano ancora in piena lotta per la salvezza.

La partita viene decisa nel secondo tempo dal difensore kosovaro Mërgim Vojvoda, che a due passi dalla porta non può sciupare il cross di Cristian Ansaldi che prima si fa beffe di Vincent Laurini. Con questa vittoria il Toro commemora nel migliore dei modi gli eroi del “Grande Torino“, spariti nella tragedia di Superga 72 anni fa dopo una amichevole contro il Benfica.

Un Parma senza dignità retrocede meritatamente

La stagione del Parma inizia subito male siccome Marco Ferrari, presidente di “Nuovo Inizio”, durante la conferenza stampa del direttore sportivo Marcello Carli, rivela che insieme agli altri soci di non essere più interessati a spendere grosse cifre di denaro: “Non crediamo che abbia senso fare delle ricapitalizzazioni per conquistare uno o due punti in più in classifica”.

Nonostante la chiusura dei rubinetti e nel puntare nei giovani in prestito e vendere tutti i senatori dinanzi a un offerta congrua, il Parma sin dalla ripresa dopo il grande picco del Covid-19 aveva fatto capire che c’erano bisogno di acquisti importanti per la salvezza.

Si era ormai capito che giocatori come Gervinho e Sepe (che tra l’altro ha chiesto più volte la cessione tramite il suo agente Giuffredi) avevano finito il loro ciclo con la maglia crociata, mentre Kulusevski e Darmian, partiti nel primo mercato estivo di Kyle Krause anche se per vecchi accordi firmati da Faggiano, non sono mai sostituiti degnamente.

Il Parma di Krause ha voluto sostituire i suoi ‘pilastri’ con dei giocatori dalle belle speranze, che magari un giorno diventeranno anche dei fenomeni, ma a oggi, esclusi forse Mihăilă e Man, non hanno mai dimostrato di meritarsi la Serie A. Se poi si mette in conto che i pochi acquisti di esperienza, come Wylan Cyprien e Yordan Osorio, son stati più in infermeria che in campo allora la tragedia sportiva è completata.

Questa poca lucidità sul mercato viene dimostrata anche dai numeri: in 34 partite la squadra è riuscita a vincere solamente 3 volte, ottenendo 11 pareggi e 20 sconfitte. La squadra ha poi il peggior attacco (36 gol) e la seconda peggior difesa (71 gol subiti, mentre il Crotone 85).

Il futuro del Parma

Proprio in questi giorni sono stati presentati Jaap Kalma, il nuovo “Managing Director – Corporate” della società crociata e Javier Ribalta con il ruolo di “Managing Director-Sport”. Per l’ex Zenit si tratterà sicuramente di una delle estati più difficili della sua storia da direttore, siccome deve sia costruire una squadra competitiva per la B e non svendere i pochi giocatori che hanno mercato.

Nonostante le palesi difficoltà nella sua conferenza stampa Ribalta si dichiara molto fiducioso per il futuro della società: “Ho visto più partite di Serie B che di Serie A. Servono giocatori forti per vincere. Pensiamo alla Serie B come un piccolo passo indietro per poi farne altri in avanti”.

Il direttore deve poi cercare un nuovo allenatore, siccome la conferma di Roberto D’Aversa sembra praticamente impossibile. Nelle ultime ore, come rivelato dal giornalista Nicolò Schira, avrebbe sondato il terreno per l’allenatore del Verona Ivan Jurić, che potrebbe salutare la squadra scaligera dopo due anni importanti.

Neanche la posizione di Marcello Carli sembra al sicuro, come dichiarato da lui stesso nel prepartita con il Torino: “Ora è arrivato Ribalta e c’è una figura in più, si inizierà dai prossimi giorni a valutare il futuro di D’Aversa e del mio in cui vedremo se ci saranno le condizioni per lavorare ancora o non più”.

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