Scattata all’alba, l’operazione Dirty Soccer ha già portato all’arresto di ben 50 persone, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Arresti in tutta Italia per calciatori, dirigenti e presidenti di diverse società delle serie minori, che ora rischiano pene che arrivano fino a 9 anni di carcere. L’inchiesta, partita con un’intercettazione di un soggetto legato alla cosca Iannazzo di Lamezia Terme, verte su decine di partite, di Lega Pro e di Serie D, che sarebbero state truccate.
Un vero e proprio terremoto – un altro – per il calcio italiano. Secondo la Dda di Catanzaro, si tratterebbe di “un sottobosco criminale ben innestato nel mondo del calcio, le cui fila sono tenute da ‘professionisti’ dello sport che approfittano della propria funzione, in seno alle società calcistiche, per combinare partite dei campionati, al fine di alterare il risultato, per lucrare sulla combine, scommettendo essi stessi sull’evento sportivo“. Calcioscommesse, insomma. Di nuovo.
Tra gli arrestati, ci sono presidenti, direttori sportivi, allenatori, e perfino magazzinieri. Non ci si fa mancare proprio nulla, insomma, nel calcio italiano. Ecco l’elenco, invece, dei calciatori finiti in manette: Raffaele Moxedano (Neapolis), Pasquale Izzo (Puteolana), Emanuele Marzocchi (Puteolana), Salvatore Arista (ex dell’Akragas), Fabio Di Lauro, Marco Guidone (Santarcangelo), Francis Obeng (Santarcangelo), Mohamed Lamine Traoré (Santarcangelo), Giacomo Ridolfi (Santarcargelo), Andrea Ulizio (San Marino ed ex Pro Patria), Adolfo Gerolino (ex del Pro Patria), Vincenzo Melillo (Pro Patria).