Muriel, tentazione grande salto: è il momento giusto?

La doppietta rifilata al Sassuolo ha proiettato Luis Muriel a 6 goal segnati in campionato, rilanciando le quotazioni di una sua partenza a gennaio. Ma è davvero il momento giusto per andarsene?

Muriel, tentazione grande salto: è il momento giusto?

Luis Muriel è senz’altro una delle perle opache più splendenti della nostra Serie A: in un campionato globalmente povero di campioni, la maggior parte dei quali sono concentrati in tre o quattro squadre di vertice, il colombiano rappresenta forse l’esempio perfetto del fenomeno ancora inesploso, ma capace da solo di innalzare il tasso qualitativo della competizione qualora riuscisse a fare il definitivo salto di qualità.

D’altronde non è un mistero che Muriel sia dotato di capacità tecniche da potenziale fuoriclasse: sin dai suoi esordi a Lecce, il talento di Santo Tomas ha saputo far innamorare gli amanti del bel calcio con le sue giocate e la sua facilità di dribbling, presentandosi come uno dei maggiori prospetti del calcio mondiale.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora, e finalmente in questa stagione Luis – oggi 25enne – sta mostrando quella continuità che gli era sempre mancata in carriera: 6 goal messi a referto conditi da 4 assist in 13 partite, ma soprattutto tante giocate utili all’economia del gioco della Sampdoria ed una certezza ormai consolidata: quando parte palla al piede, non c’è difensore in Serie A che possa dirsi al sicuro.

Solo contro la Juventus infatti Luis Muriel non è riuscito ad incidere, ma è pur vero che le condizioni contestuali non erano del tutto favorevoli, ed il colombiano ha avuto complessivamente appena mezz’ora per provare a fare la differenza. Solamente quattro minuti dopo il suo ingresso in campo però arrivò la rete di Pjanic, e la Samp ammise la resa smettendo sostanzialmente di giocare a calcio.

La crescita costante e prepotente dell’attaccante tuttavia non è passata inosservata, tant’è che numerose squadre si sono ora iscritte alla corsa per il colombiano, nel tentativo di strapparlo a Ferrero prima che la sua valutazione possa lievitare ulteriormente. La clausola rescissoria oggi recita 28 milioni, ma il presidente doriano ha già annunciato l’intenzione di regalare al suo pupillo un adeguamento contrattuale – elevando contestualmente la suddetta clausola a 35 milioni.

Per questa ragione c’è già chi ha provato a portarsi avanti, come il Napoli di Sarri e De Laurentiis, intimorito dall’inquietante inconsistenza dimostrata dal reparto d’attacco in assenza del neobomber Milik – complice anche la pessima gestione del caso Gabbiadini, egli stesso non esattamente una prima punta di ruolo.

Il presidente napoletano tuttavia difficilmente deciderà di versare i 35 milioni richiesti da Ferrero per un giocatore che, sulla carta, sarebbe solamente un ripiego in attesa del ritorno del polacco. Ma sulle tracce di Muriel non ci sono solo i partenopei: anche Prandelli ha mostrato grande apprezzamento nei confronti della punta, ed il suo Valencia – orfano di Paco Alcacer, passato al Barça in estate – ci sta facendo più di un pensierino.

Dulcis in fundo, il colombiano ha ingolosito anche il Chelsea di Antonio Conte: il manager leccese è rimasto sedotto dalla suggestiva prospettiva di affiancare la classe del 25enne sampdoriano alla strapotenza fisica di Diego Costa, ed ha annotato il nome di Muriel sulla lista della spesa. Ma quanto converrebbe a Luis tentare di fare il salto a gennaio?

Difficile dirlo: alla Sampdoria il giocatore ha ritrovato stima e consapevolezza dei propri mezzi, ma soprattutto quel regime di vita da atleta che non aveva mai voluto accettare fino a quest’estate, quando arrivò quello che gli alcolisti usano chiamare “il momento di lucidità“. Arrivato ai 25 anni, Muriel era ad un bivio: rimanere un’eterna, splendida incompiuta, o provare per l’ultima volta a scalare l’Olimpo del Calcio.

La risposta Luis Muriel l‘ha data sul campo, ma ora dovrà pensare bene a cosa vorrà fare da grande. Perché una decisione troppo avventata in questo momento, potrebbe significare il vanificare tutti gli sforzi fatti finora per scrollarsi di dosso l’etichetta di flop.

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