Mondiali in Russia: le sanzioni di Trump lasciano l’Iran senza scarpini

Le sanzioni imposte da Trump all’Iran hanno avuto ripercussioni anche sulla squadra di calcio iraniana: il loro sponsor, la Nike, li ha infatti lasciati senza scarpe. I giocatori hanno così dovuto correre a comprarle nei negozi sportivi russi

Mondiali in Russia: le sanzioni di Trump lasciano l’Iran senza scarpini

Nelle ultime settimane Donald Trump è tornato a fare la voce grossa contro l’Iran. Più volte ha ribadito la necessità di reintrodurre le sanzioni contro il paese asiatico, e alla fine dalle parole è passato ai fatti: con il ritiro dall’accordo nucleare siglato nel 2015, gli Stati Uniti hanno ripristinato le sanzioni precedentemente in essere contro il paese mediorientale.

A risentirne è stata anche la nazionale iraniana, rimasta senza le scarpe necessarie per affrontare la Coppa del Mondo in Russia. Il loro sponsor, la Nike, ha infatti deciso di rispettare alla lettera lo spirito delle sanzioni imposte dal numero uno della Casa Bianca.

Interrompendo la fornitura di scarpini, i giocatori sono rimasti letteralmente scalzi. “Le sanzioni decise dal governo Usa comportano che la Nike, in quanto azienda statunitense, non possa fornire in questo momento le scarpe ai giocatori della nazionale iraniana”, ha fatto sapere la multinazionale americana per mezzo di un comunicato.

Da qui i giocatori della repubblica islamica hanno dovuto correre ai ripari. Qualcuno ha chiesto ai compagni di club in forza presso altre nazionali, se fossero disponibili a cederne un paio. Altri invece hanno dovuto comprarsi di tasca propria il materiale presso i negozi russi di abbigliamento sportivo.

Il commissario tecnico Carlos Queiroz si è scagliato contro questa decisione, definendola “ingiusta e dannosa”. Per l’allenatore i giocatori finiscono inevitabilmente per abituarsi alla propria attrezzatura sportiva, e cambiarla di punto in bianco poco prima di un torneo così importante non è affatto corretto. Da qui ha fatto appello alla Fifa, affinché prenda una posizione in merito.

Ad esprimersi da un punto di vista legale e contrattuale è stata anche Trita Parsi, presidente della National Iranian American Council. Secondo la sua posizione, la Nike sarà chiamata a fornire una valida spiegazione a supporto della scelta di interrompere la collaborazione. “La Nike dovrebbe spiegare a quale parte delle sanzioni fa riferimento, dal momento che tecnicamente non vendono nulla, ma forniscono e basta”.

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