Milan: poche luci e tante ombre per una Champions ormai lontana

Dopo il crollo a San Siro contro la Fiorentina, i rossoneri si preparano in vista della delicatissima trasferta di Genova contro il Genoa. Gianpaolo non può più sbagliare.

Milan: poche luci e tante ombre per una Champions ormai lontana

Un Milan senza anima, senza trascinatori, senza idee e con molta confusione, viene umiliato davanti ai propri tifosi da una Fiorentina in netta crescita rispetto all’inizio di campionato. I rossoneri escono tra i fischi di San Siro dopo la deludente sconfitta per 3-1 ad opera di Pulgar (su calcio di rigore), Castrovilli e Ribery; inutile il gol della bandiera siglato dal portoghese Leao, unica luce nel buio più totale. Con 4 sconfitte in 6 partite, il Milan di Gianpaolo eguaglia il record negativo risalente alla stagione 1938/1939.

Analizzando le statistiche, il dato più preoccupante è senza dubbio il numero dei gol segnati in questo inizio di stagione: solamente 4, di cui 2 su rigore, entrambi realizzati dal polacco Piatek. Troppo pochi per ambire all’obiettivo dichiarato ad inizio stagione, la Champions League. Il Milan visto ieri sera si è dimostrato senza capacità di reazione, senza gioco e soprattutto poco lucido: l’entrata di Musacchio ai danni di Ribery, con conseguente espulsione dopo il consulto del Var, e i 2 rigori causati da Bennacer rappresentano solo la punta dell’iceberg dei problemi della squadra rossonera. 

Maldini e Boban, nel post partita, hanno confermato la fiducia all’allenatore che ora non può più permettersi di sbagliare: la trasferta di Genova, in questo senso, diventa fondamentale. In caso di una nuova eventuale sconfitta, considerando che le settima giornata di Serie A sarà seguita dalla sosta per le nazionali, diventerebbe abbastanza probabile un cambio di allenatore: Rudi Garcia e Claudio Ranieri, in questo momento, sembrano i favoriti per un ruolo da traghettatori.

Il Milan, sabato 5 ottobre, dovrà dare molte risposte positive per non rischiare di affondare in un pozzo senza fondo. Tali risposte positive dovranno arrivare soprattutto dai giocatori rossoneri più offensivi: Piatek è l’ombra di se stesso, come dimostrano i seguenti dati delle prime 6 giornate: 34% dei duelli vinti, 71% di precisone dei passaggi e una media di 0,3 goal a partita; troppo poco per un attaccante della sua qualità. Suso e Calhanoglu non sono mai decisivi: faticano a saltare l’uomo (non creando quindi mai i presupposti per creare una superiorità numerica), servono poco l’attaccante polacco e tirano poco in porta.

Gianpaolo dovrà quindi lavorare parecchio, non solo per salvare la sua panchina, ma anche per salvare la dignità di un club che, per storia e tradizione, meriterebbe di tornare a lottare in quella Champions che manca ormai dalla stagione 2013/2014.

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