Milan, il mistero dei cinesi s’infittisce: "Arrivati documenti falsi per l’acquisto"

Il Milan venduto ai cinesi sembrava essere oramai cosa fatta, ma negli ultimi giorni la totale fiducia nei confronti degli investitori orientali sta nuovamente vacillando a causa di alcuni documenti falsi.

Milan, il mistero dei cinesi s’infittisce: "Arrivati documenti falsi per l’acquisto"

Il Milan ai cinesi è diventato un affare terribilmente complicato, nonostante gli iniziali proclami di Silvio Berlusconi riguardanti le totali garanzie fornite dagli investitori orientali in sede di trattativa. Solamente poche settimane fa infatti sembrava essere praticamente certo il passaggio di proprietà dei rossoneri ad una cordata cinese, ma negli ultimi giorni la vicenda ha assunto contorni a dir poco paradossali.

Il consorzio Sino-Europe, che avrebbe dovuto rilevare proprio Berlusconi alla guida del club, avrebbe infatti fornito all’attuale proprietà del Milan documenti falsi; la notizia inizialmente era stata lanciata dal portale Bloomerg, ma ora anche in quel di Pechino si moltiplicano le testate che si sono trovate ad avvalorare questa indiscrezione.

Il commento più audace è stato senz’altro quello offerto dal settimanale cineseCaixin“, il quale ha definito “falsa” senza mezzi termini la lettera di garanzia ad opera di Bank of Dunggan. Bank of Dunggan è l’attore che avrebbe dovuto fare da garante per i finanziamenti necessari ad acquistare il club, ma se la lettera dovesse rivelarsi un falso, significherebbe che la cordata di Li Yonghong avrebbe le spalle scoperte.

Il documento in questione (recante 26 aprile 2016) sarebbe stato presentato proprio a Silvio Berlusconi, attuale proprietario del Milan, già durante i colloqui preliminari per l’acquisizione e sarebbe stato caratterizzato dal timbro ufficiale della Bank of Dongguan.

Nella lettera sarebbe enunciato che la banca fosse: “consapevole che la vostra azienda intende acquisire il 99,93% del capitale della società di calcio italiano Milan e che, per questa transazione, ha bisogno di circa 600 milioni di euro“, e che la stessa si fosse dichiarata pronta a fornire tutte le garanzie necessarie al reperimento dei fondi.

Peccato però che, a quanto pare, tale lettera sarebbe un falso creato ad hoc: stando alle accuse di Bloomerang infatti, proverrebbe dalla Bank of Jiangsu, la quale avrebbe peraltro stimato la disponibilità del gruppo in 128 milioni di dollari (calcoli relativi al 25 aprile 2016); cifra che non garantirebbe affatto la riuscita della manovra.

Dal canto suo finora Fininvest si è limitata a smentire queste supposizioni, ribattendo che i 100 milioni di caparra siano già stati versati dalla cordata, e che dunque la vendita del Milan ai cinesi sia cosa da potersi considerare certa.

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