Per la cronaca, dopo un’incredibile altalena di punti sottratti e poi restituiti, la Reggina ce l’ha fatta a salvarsi, e a mantenere la Lega Pro contro ogni pronostico di fine stagione. E lo fa con gli avversari storici del Messina, nel cosiddetto ‘derby dello Stretto’, facendo retrocedere tra i Dilettanti proprio i messinesi. E questa, è la storia di calcio, una bella storia di calcio per i tifosi della Reggina, un po’ meno per i messinesi.
Di qui, però, comincia la cronaca, ed è la solita storia che racconta di scontri e di arresti, come ormai siamo tristemente abituati, soprattutto qui in Italia. E stavolta, ci mettono del loro anche i calciatori, col secondo tempo che comincia con 15′ di ritardo a causa della maxirissa avvenuta negli spogliatoi nell’intervallo, in cui Bruno Cirillo avrebbe addirittura aggredito uno steward, tanto per raccontarne una.
Alla fine della partita, tanto per non essere da meno, anche i tifosi hanno dato ‘spettacolo’, come se non bastasse quello che era successo negli spogliatoi. La partita, giocata a Messina, è stata tutto tranne che un evento sportivo, in sostanza. E stamattina arrivano i primi arresti: sono 9 gli ultrà finiti in manette per gli scontri post-partita di ieri, oltre alla denuncia di un minore in stato di libertà. Sono stati sequestrati, inoltre, spranghe, cinture, pietre, fumogeni e bombe carta, utilizzate ieri allo stadio San Filippo di Messina.
Per quel che riguarda i calciatori, di certo se ne occuperà la giustizia sportiva, che terrà anche in considerazione le continue interruzioni del secondo tempo, dovute al gioco duro – troppo duro – visto in campo, che ha portato a risse sfiorate anche nel rettangolo di gioco. Non siamo stupidi, sappiamo che si tratta di un derby sentito: ma così il pallone si sgonfia sempre più.