Non c’è il tempo di distrarsi un attimo, che subito il mondo del calcio ci regala un altro scandalo. Questa volta è il turno di Claudio Lotito, presidente della Lazio, patron della Salernitana, ma soprattutto consigliere federale dal grande peso politico, che è stato indagato per tentata estorsione. La Procura di Napoli, infatti, ha disposto delle perquisizioni nella sede della Figc e presso l’abitazione di Lotito, oltre che negli uffici di Carlo Tavecchio e Mario Macalli, ufficialmente non indagati.
L’inchiesta sarebbe scaturita dalla telefonata di Lotito con Pino Iodice, dg dell’Ischia: si tratta della famosa telefonata in cui Lotito esprimeva tutto il suo disappunto su un’eventuale promozione di Carpi e Frosinone, ree secondo il presidente della Lazio di non avere abbastanza appeal: per la cronaca, entrambe le squadre sono salite in Serie A con la promozione diretta. Gli inquirenti hanno prestato particolare attenzione ad una frase di Iodice rilasciata il giorno prima delle intercettazioni a Ilfattoquotidiano.it: “I contributi che Lotito ha minacciato di bloccare erano nelle casse della Lega Pro da diversi giorni, e non sono stati distribuiti proprio perché attendeva di arrivare all’imminente scadenza del 16, giorno della riunione in assemblea. Quando ho denunciato sono stati sbloccati per evitare che nascessero problemi“.
Ed è proprio sulla Lega Pro che gira il punto della questione. Quando, a dicembre, era stato bocciato il bilancio 2014, fu chiesto da più parti un passo indietro da parte di Macalli. Lotito, che appoggia Macalli, avrebbe esercitato pressioni su alcune squadre ‘dissidenti’ per passare dalla loro parte. Lotito, che in questi mesi ha sempre negato ogni accusa, è stato appunto indagato, dopo che la Procura di Napoli ha sentito lo stesso Pino Iodice e i presidenti di una ventina di squadre di Lega Pro, che avrebbero grossomodo confermato queste dichiarazioni di Iodice: “Ho registrato tutto, sto preparando un dossier. Lotito mi ha detto che in Lega Pro gestisce tutto lui e che non abbiamo capito che se non firmiamo il documento la lega morirà, le società avranno mille difficoltà e che non sarebbero arrivate le contribuzioni. Se invece avessimo firmato il documento, lui avrebbe fatto arrivare altri cinque milioni di euro alla Figc per dare ossigeno alle società”.