La Superlega di Florentino Perez potrebbe uccidere i campionati nazionali

Come riportato dal "New York Times", Florentino Perez avrebbe deciso di fondare una Superlega, in cui sarebbero comprese solamente le migliori squadre dei campionati più importanti.

La Superlega di Florentino Perez potrebbe uccidere i campionati nazionali

Florentino Perez ha deciso di voler rivoluzionare il calcio mondiale. Come riportato dal New York Times, il presidente del Real Madrid vorrebbe una nuova competizione europea riservata solamente ai più grandi club europei, con quest’ultimi che lascerebbero definitivamente i loro rispettivi campionati. Per realizzare questo nuovo progetto, Florentino Perez ha già avuto un dialogo con Gianni Infantino, che avrebbe approvato le idee messe in campo dell’imprenditore.

Con questa idea, il presidente del Real Madrid vuole dare più peso ai tornei internazionali, riducendo quelli nazionali e creando delle leghe minori con le restanti squadre. Questa Superlega sarebbe composta da due leghe di 20 squadre ciascuna, dove sarebbero comprese sia le promozioni che le retrocessioni.

La Superlega, oltre a far contendere le migliori squadre del mondo, consentirebbe ai suoi partecipanti di incrementare i loro incassi, grazie ai diritti tv, qualora accettino di abbandonare i rispettivi campionati. Il presidente del Real Madrid vorrebbe realizzare il tutto per il 2024.

La fine dei campionati nazionali

Ma come riporta Agi.it, un’idea del genere ucciderebbe i campionati nazionali, accantonando la passione dei tifosi e agendo esclusivamente in considerazione del denaro: “È ovvio che in un mondo come questo i tornei nazionali finirebbero presto per scomparire, soffocati dal drenaggio delle risorse finanziarie e da un bacino di tifosi troppo ristretto per sostenere i costi”.

L’idea al momento è stata bocciata da Aleksander Čeferin, avvocato e dirigente sportivo, 7º presidente della UEFA: “Ho letto di questo piano folle. Se dobbiamo credere a quanto riportato, tutto arriva da un singolo presidente di club (non proprietario) e da un solo amministratore calcistico. Sarebbe difficile pensare a uno schema più egoista di questo. Chiaramente rovinerebbe il calcio in tutto il mondo; per i giocatori, per i tifosi e per chiunque abbia una connessione con questo sport. Tutto a beneficio di un piccolo gruppo di persone”. Ma ormai si sa che i tifosi contano sempre meno in un calcio inghiottito dal denaro e dai diritti televisivi.

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