Dodici anni. Tanto hanno dovuto aspettare i tifosi juventini per rivivere quella gioia che solo il calcio ti può dare: una finale di Champions League. Nel mezzo, è successo il mondo: Calciopoli, la serie B, i due settimi posti consecutivi e il ciclo-Conte. Fino ad arrivare ad oggi: il giorno che – lo diciamo per l’ennesima volta – nemmeno il più ottimista dei tifosi poteva aspettarsi.
Domati i galacticos, ammansita l’armata madrilena, la Juventus fino alla fine c’è arrivata davvero. Con una partita di sofferenza – preventivabile, ovviamente -, la squadra bianconera getta il cuore oltre l’ostacolo. Eppure l’inizio era stato incoraggiante, con la Juve più intraprendente dei blancos, ma dalla finalizzazione sterile, eccetto un tiro da fuori di Vidal, deviato in corner da Casillas.
Poi, il Real comincia a macinare gioco, e lì comincia la sofferenza. Il gol, purtroppo per i bianconeri, arriva troppo presto: fallo ingenuo di Chiellini su James Rodriguez, e Eriksson fischia il rigore. In diretta, sembra un abbaglio clamoroso: dal replay, si nota l’intervento scomposto sul centrocampista colombiano. Dal dischetto, CR7 è glaciale: 1-0 al minuto 22, e partita in salita per la Juve.
Nonostante tutto, i bianconeri restano compatti, e le numerose occasioni del Real si spengono tutte sul fondo: a fine primo tempo, se ne contano 13. La Juve non crolla, e prende pian piano coraggio, col Real che comincia ad innervosirsi, non trovando il gol del raddoppio. Fino a giungere al minuto 57: punizione di Pirlo, Chiellini salta, la palla arriva a Vidal che la ributta in mezzo; spizzata di Pogba e Alvaro Morata, proprio lui, gela il Bernabeu: è 1-1!
Il Real è una furia, eppure di occasioni clamorose, di quelle di cui rammaricarsi, non ce ne saranno. Un rammarico, però, c’è. Una volta, in casa Madrid si diceva “Zidanes y Pavones” per spiegare la filosofia del Real: campioni già affermati e altri fatti in casa. Ecco, Alvaro Morata è uno di quelli, ed è proprio lui che ha segnato, all’andata e al ritorno, i gol qualificazione per i bianconeri; in quest’occasione, è stato anche subissato di fischi dai suoi ex (e futuri?) tifosi.
Ma questa è un’altra storia, e in fondo oggi non interessa ai tifosi bianconeri. Oggi è finale, il 6 giugno, contro il Barcellona si può scrivere la storia. Comunque andrà, è inutile girarci attorno, sarà stato un incredibile successo.