L’Italia che rischia davvero molto in questo match, perdere quest’oggi voleva dire pregiudicarsi il primo posto. Per come è arrivato, questo pareggio per 1-1 allo Juventus Stadium è molto prezioso per la qualificazione ai mondiali di Russia 2018. Perché, oltre ai venti minuti finali, la Spagna ha dato lezioni di calcio agli azzurri, e l’imbattibilità italiana nelle qualificazioni fortunatamente regge ancora. Ma l’impressione è quella di averla scampata bene, con una reazione arrivata al momento opportuno.
Mentalità ancora difensiva: molti dicevano che la nazionale Italiana, dopo l’era di Conte e con l’avvento di Ventura sarebbe diventata un’Italia più offensiva, ma quella vista questa sera è lontana dall’era di Conte, ma in negativo- Infatti si è vista una squadra che aveva paura di attaccare, rintanata in difesa, ed anche se i numeri non contano sempre, ma il 27% di possesso palla nel primo tempo è davvero poco per una squadra che dovrebbe giocare all’attacco.
Iniesta immortale: Spagna che gioca con il 4-3-3 ed un Tiki Taka che gioca in verticale e con gli uno-due a cercare la profondità. Mentre l’Italia è schierata con il 3-5-2, ma nella fase difensiva si trasforma in un 5-3-2, giocando quindi molto all’indietro, ed a volte la Spagna ci schiaccia ad 8 in difesa. Iniesta fa ammattire la difesa italiana con la sua classe, Piquè e Ramos nel gioco aereo sono imprendibili ma Buffon, nel primo tempo, non deve compiere parate degne di note.
Buffon: è proprio lui a far scaturire il gol spagnolo. Il capitano non si discute, ma la sua uscita sbagliata completamente al 55° minuto regala un gol facile facile a Vitolo che si trova da solo davanti alla porta sguarnita. Erroraccio quindi di super Gigi, ma può capitare a chiunque.
La reazione: dopo questo gol l’Italia si sveglia. Ventura indovina i cambi, facendo uscire Pellè per Immobile ehe spreca subito una buona occasione, ma arriva tardi su un passaggio di Florenzi. Il match si sveglia, e Vitolo si divora in contropiede il 2-0. Gli azzurri però ci provano ancora, ma solamente con l’ingresso del gallo Belotti lì davanti si costruisce qualcosa. Proprio lui mette a centro per Eder, l’italobrasiliano viene steso da Ramos procurandosi il rigore, trasformato poi da De Rossi con gran freddezza spiazzando il portiere. Pari forse non meritato, ma di certo fondamentale.