Insulti razzisti a Maignan, Albertini: "Troppa impunità negli stadi"

In seguito all'episodio di razzismo che ha coinvolto Maignan, portiere del Milan nella partita contro l'Udinese, prende parola Demetrio Albertini che parla di ignoranza e di malcostume su cui bisogna intervenire.

Insulti razzisti a Maignan, Albertini: "Troppa impunità negli stadi"

Il razzismo continua a essere una piaga, non solo nella vita di tutti i giorni dove alcuni si rifiutano di affittare casa a delle persone di colore, ma anche nel mondo dello sport. L’ultimo episodio è successo durante la partita Udinese-Milan con protagonista il portiere Maignan che, oggetto di insulti razzisti, ha deciso di lasciare il campo per poi ammettere a fine partita che bisogna fare qualcosa. In sua difesa anche Demetrio Albertini. 

Demetrio Albertini è stato una bandiera del Milan, ma anche ex giocatore della Nazionale e oggi dirigente. In una intervista, ha parlato del razzismo nel calcio e di cosa bisogna fare per interrompere il tutto. Da vicepresidente della Figc, ha visto molto da vicino cosa significa lottare contro l’intolleranza e il razzismo. Riguardo a Maignan, quanto accaduto è un simbolo del malcostume e dell’ignoranza del paese. 

Non pensa che l’Italia sia un paese razzista, ma ritiene che lo stadio sia ormai diventato un luogo definito sfogatoio dove le persone giungono per sfogarsi e commettere atti del genere. Afferma poi che negli stadi si sente di tutto: dai cori offensivi per le madri, le mogli sino ad inneggiare anche a persone che non ci sono più. Secondo lo stesso Albertini, si parla proprio di malcostume, ignoranza e anche maleducazione. 

Secondo Demetrio Albertini, bisogna punire certi comportamenti dal momento che lo spirito di emulazione è una delle cose più terribili a cui si rischia di andare incontro, soprattutto in uno stadio. Lo stesso dirigente parla addirittura di sottocultura e di ignoranza considerando che la squadra dell’Udinese è multietnica con molti giocatori di origine straniera. 

Secondo Albertini, bisognerebbe prendere ad esempio i bambini che, pur di nazionalità diverse, giocano insieme senza problemi del genere. Bisogna costruire un clima di integrazione affinché certi episodi non capitino più, non solo nel calcio, ma anche in altri sport.

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