Si stanno svolgendo proprio in questi istanti le visite mediche che sanciranno l’acquisto di Paulo Dybala da parte della Juventus. La Joya è finalmente esplosa quest’anno tra le fila del Palermo, contribuendo alla tranquilla stagione dei rosanero con 13 goal e 10 assist in 34 partite di Serie A (“doppia doppia” per lui, a voler usare una locuzione cestistica), e diventerà presto un giocatore della Juventus. E pensare che l’anno scorso, Paulo aveva raccolto soltanto 5 goal e 6 assist in 28 partite di Serie B. Ulteriore controprova del fatto che i giovani vanno aspettati. Stanby invece per Zaza e Berardi: i bianconeri valutano, probabilmente ne resterà soltanto uno.
Il Palermo d’altro canto sembra già aver individuato l’erede dell’italo-argentino: nella lista dei papabili sostituti spicca il nome di Jaime Baez, talentino della Juventud de Las Piedras ma in prestito al Defensor Sporting, che in Uruguay ha raccolto 6 goal e 6 assist in 20 partite nel corso di questa stagione. Jaime è un classe ’95, ha fatto 20 anni ad Aprile, ma ha già dimostrato di avere un potenziale imporante, al punto da avere attirato su di sé le attenzioni di diverse big europee; Liverpool su tutte.
Su Baez aveva messo gli occhi anche il Napoli, ma prima ci sarà da sciogliere il nodo-allenatore per i partenopei. Il ragazzo è consideratissimo in patria, al punto che viene da molti designato come l’erede di Suarez. Paragone forse eccessivo, ma che rende l’idea di quanto El Chinita sia stimato in terra natìa, e non solo. In partenza dalla Sicilia risulta invece esserci Belotti: la punta titolare dell’under 21 italiana (finita in orbita-Atalanta, trasferimento possibile per una cifra attorno ai 5 milioni) non sembra rientrare nei piani di Iachini, che vorrebbe invece mantenere la tipologia di gioco attuale, con attaccanti contropiedisti rapidi e tecnici.
E pensare che se fosse stato per lui, Dybala non sarebbe mai esploso. Il motivo? Dopo la deludente stagione in B, il neoacquisto della Juve era stato bollato come flop (insieme al compagno di merende Vazquez, anche per lui stagione incredibilmente proficua dopo un’annata in B disastrosa), ed il tecnico ascolano aveva espresso la sua preferenza per Nicola Pozzi in sede di mercato. Con l’attaccante del Chievo (che vestiva all’epoca la maglia del Parma), Iachini avrebbe avuto un giocatore d’esperienza, che già conosceva la categoria, capace di tenere alta la squadra e segnare quei 10-12 goal che deve garantire chi lotta per la salvezza in Serie A. Inoltre, non era un mistero che Nicola fosse un suo vecchio pupillo.
Alla fine, non se ne fece nulla. Dybala e Zamparini ringrazieranno a vita. Intanto, se il Napoli monitora tutti ma non affonda per nessuno, l’Inter sorpassa e porta a casa. Sarà infatti con ogni probabilità nerazzurro il futuro di Ondrej Duda, talentuoso trequartista slovacco classe 1994 in forza al Legia Varsavia, che ha fatto vedere ottime cose nel corso di questa stagione. Duda viene considerato l’erede di Hamisk (ed è già il suo alter-ego in Nazionale), ed i partenopei avevano tentato qualche timido approccio, senza però assestare la zampata decisiva.
Ora il ragazzo, salvo sorprese, approderà alla corte di Mancini. Negli annali rimarrà quella splendida rete segnata lo scorso 22 Ottobre agli Ucraini del Metalist in Europa League, confidando che in Italia possano arrivare molte altre marcature altrettanto apprezzabili. Ma Ausilio non si ferma alla Slovacchia, anzi potrebbe aggiungere all’Internazionale un altro po’ di Svizzera. All’arrivo di Shaqiri potrebbe infatti seguire quello di Kasami, vecchia conoscenza della nostra Serie A nonostante i soli 22 anni.
Kasami è assistito da Raiola, uno che non può certo accettare di avere un assistito che rimanga all’Olympiakos a vita; con tutto il rispetto per i greci. Per questo, il procuratore più ingombrante del mondo ed il principale uomo-mercato dell’Inter, hanno già avuto un colloquio informativo. Ed il Milan? Attende, così come la Fiorentina (dopo Babacar, rinnoverà anche Mati), di sapere cosa vorrà fare da grande. Con la differenza che i Viola un progetto ce l’hanno, seppure non sia mai riuscito ad ingranare pienamente (complice anche la sorte nefasta che ne ha flagellato i cardini Rossi e Gomez), mentre il Milan veleggia a vista, con il timoniere Galliani costantemente impegnato alla ricerca del miracolo.
Capitolo allenatore, Ancelotti declinerà l’offerta: non si torna con la vecchia fiamma del liceo, bruttina e nemmeno tanto intelligente, quando si può avere a disposizione il meglio del meglio sulla piazza in termini di avvenenza, cervello, simpatia e quant’altro si possa desiderare. Tanto più se si parla di lavoro, come nel caso di Carletto, che è un professionista prima che un tifoso rossonero. Più probabile la soluzione Mihajlovic; anche se smontare il giocattolo di Ferrero, proprio ora che l’EL sembra una realtà (causa inadempienze del Genoa, il cui rappresentante non s’è nemmeno presentato all’udienza di stamane), sarebbe davvero un gran peccato.