Fino ad oggi 28 Febbraio il docu-film su Marcello Lippi

La presentazione di "Adesso vinco io" è avvenuta a Roma. Tanti i protagonisti, del mondo del calcio e non. Racconta la vita dell'allenatore Marcello, oltre che del padre e dell'uomo.

Fino ad oggi 28 Febbraio il docu-film su Marcello Lippi

L’immagine che di lui tutti noi abbiamo è quella della vittoria della Coppa del Mondo nel 2006 con gli azzurri, per la quale non finiremo mai di ringraziarlo; Marcello Lippi, da allenatore, ha vinto questo però anche molto altro, praticamente tutto. Svariati campionati e anche la Champions League con la Juventus, insieme ad altri trofei internazionali.

È stato in proiezione in questi giorni nelle sale italiane (sino al 28 Febbraio), il docufilm su Marcello Lippi dal titolo “Questa volta vinco io”; genere documentario, racconta la vita del toscano sia come allenatore, ma anche come padre e prima di tutto come uomo. La presentazione del docufilm è avvenuta al Cinema Moderno di Roma e alla prima proiezione del film non potevano mancare tanti calciatori da lui allenati. È stata l’occasione di una bella rimpatriata con tanto di foto finale. Da Totti a Zidane, poi Zambrotta, Pessotto, Perrotta; presenti anche tanti appartenenti al mondo del cinema, ad esempio Cristian De Sica, oltre che l’intera famiglia del tecnico di Viareggio, la moglie Simonetta e i figli (Davide e Stefania). Conduttrice della serata è stata Andrea Delogu.

Lippi allenò non solo la Juventus di Vialli e Ravanelli, ma in passato tante altre panchine, ad esempio fra le altre fu il mister del Napoli nel difficile periodo del post Maradona, fu anche il tecnico dell’Inter.

Riusciva ad avere un eccellente rapporto coi suoi calciatori, tant’è che la stessa figlia dice: i calciatori sotto la sua ala erano per lui come figli, come lo sono io. Cristian Vieri di lui dice: “è stato il più bravo di tutti”, mentre il pallone d’oro Fabio Cannavaro che vinse da protagonista il mondiale e che lo accompagnò poi nell’esperienza cinese di fine carriera aggiunge: “è un allenatore con una personalità difficile da trovare oggi”. Uno degli elogi più belli arriva da Ravanelli, il quale dice di rivedere qualcosa di lui, qualcosa di simile del suo spessore caratteriale, soltanto in Spalletti, non a caso entrambi toscani.

Lo stesso Lippi sul palco molto emozionato, a fine presentazione, ha affermato: “non avrei vinto niente se non avessi avuto con me questi grandi calciatori”; il tutto prima di ricevere due premi, uno dalla Lega Calcio di A, l’altro dalla sua città di provenienza, è stato infatti nominato ambasciatore della città di Viareggio nel mondo; non può che essere così diremmo noi.

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