Doveva essere un derby come tanti, quello tra Juventus e Torino andato in scena ieri allo Stadio Olimpico, invece ha regalato due sorprese, una positiva e una terribilmente negativa. Quella positiva (per la conferma dell’imprevedibilità del calcio, non certo per i tifosi juventini!) è stata la vittoria del Torino per 2-1 sulla corazzata bianconera, grazie ai gol di Darmian e Quagliarella; non accadeva da 20 anni, ed è successo contro una delle Juventus più forti e sicure di sé degli ultimi anni. Resta il grandissimo cammino della squadra di Allegri, ma della stagione 2014-15 resterà anche l’impresa della squadra di Ventura, protagonista anch’essa (in proporzione) di una stagione da incorniciare, a ridosso della zona Europa nonostante la cessione dei gioiellini dello scorso anno, Cerci e Immobile.
Sorpresa per il risultato, certo, ma sorpresa anche per quello che è successo sugli spalti. E non certo perché la rivalità tra i due club non sia accesa, anzi, ma difficilmente si era assistito a episodi del genere nel derby della Mole. Secondo l’ad bianconero Marotta, “la colpa è anche dei giornalisti”, che contribuirebbero a creare un clima d’odio attorno alla compagine bianconera, sempre al centro delle dietrologie del calcio nostrano, anche prima di Calciopoli. In realtà, a nostro modesto giudizio, il problema è più generalizzato. Quello che è successo ieri dentro e fuori l’Olimpico è figlio di un clima avvelenato dell’intero calcio italiano, e dell’incomunicabilità tra ultras e autorità: un muro contro muro che porta alla ribalta le frange più estreme del tifo, che usano l’arma della violenza con le scusanti del Daspo, della tessera, della polizia cattiva e del campanilismo estremo. In realtà, come dimostrano le immagini diffuse online dello scoppio della bomba carta nella curva Primavera dei tifosi del Torino, si tratta solo di violenza fine a se stessa, figlia di un disagio sociale difficilmente riconducibile a motivi sportivi. Di soluzioni non ne abbiamo, ma parlare di ‘mentalità ultrà’ in casi come questi ci sembra davvero inopportuno.