È morto Siniša Mihajlović all’età di 53 anni, colpito dalla leucemia mieloide acuta

È morto nella giornata del 16 dicembre Siniša Mihajlović, l'ex allenatore che negli ultimi tre anni ha dovuto combattere contro la leucemia mieloide acuta.

È morto Siniša Mihajlović all’età di 53 anni, colpito dalla leucemia mieloide acuta

È morto nella giornata del 16 dicembre Siniša Mihajlović a causa della leucemia mieloide acuta diagnosticata 13 luglio 2019. L’ex allenatore del Bologna, esonerato nel 2022 a causa degli scarsi risultati, ha combattuto per tre anni contro questa brutta malattia, sottoponendosi anche ad un trapianto al midollo.

L’ultima apparizione pubblica di Siniša è stata a inizio dicembre, in una piccola libreria, per la presentazione del libro autobiografico dell’allenatore e amico Zdeněk Zeman dal titolo “La bellezza non ha prezzo”. Qui appariva sorridente, ove decise di fare una sorpresa all’allenatore che aveva cambiato il calcio nonostante l’assenza di trofei nella sua bacheca.

La carriera di Siniša Mihajlović

Dotato di un sinistro potente e preciso, che gli ha consentito di diventare uno specialista nei calci di punizione, inizia la carriera nel Borovo, in Croazia, nonostante sia nato in Serbia. Si trasferisce poi nel Vojvodina e successivamente nella Stella Rossa, in cui inizia a far vedere le sue qualità, attirando le attenzioni dei top club.

Viene acquistato dalla Roma nel 1995 per circa 8,5 miliardi di lire. Con la formazione capitolina colleziona 54 presenze e 1 gol, contro il Brescia, 1 gol in Coppa UEFA contro il Borussia Dortmund, e 5 gol in Coppa Italia, tra cui uno nella finale. La vera affermazione però avviene dapprima nella Sampdoria di Vujadin Boskov, in cui vince uno scudetto, e poi nella Lazio di Eriksson che acquista il suo cartellino per la cifra di 22 miliardi di lire. Chiude la propria carriera nell’Inter, con cui inizia a muovere i primi passi da allenatore.

Difatti con i nerazzurri muove i primi passi come allenatore in seconda del suo amico Roberto Mancini, prima di allenare il Bologna e poi il Catania, salvando entrambe le squadre dalla retrocessione. Nel 2010 sostituisce Claudio Prandelli come allenatore della Fiorentina, ma l’esperienza sulla panchina toscana non sarà molto positiva per lui.

Nel 2012 firma un contratto quadriennale con la Serbia, con l’obiettivo di presentarsi agli Europei del 2016. Purtoppo neanche qui ottiene i risultati sperati e, dopo essersi qualificato terzo nel girone di qualificazione per i Mondiali decide, dopo circa un anno, di dare le dimissioni. Ritorna però immediatamente nella Sampdoria, ove in due anni ottiene degli ottimi risultati e riceve la chiamata dal Milan, con cui porta a casa una Coppa Italia.

A maggio 2016 viene chiamato come allenatore del Torino, in cui sostituisce Gian Piero Ventura fresco allenatore dell’Italia. Nonostante un ritmo da Champions League nel girone di andata, durante il ritorno i risultati tardano ad arrivare e la squadra si classifica in nona posizione. Viene esonerato a gennaio 2018, dopo la sconfitta con la Juventus, poi decide di intraprendere una nuova esperienza all’estero allo Sporting Lisbona e infine al Bologna.

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