È morto Giovanni "Nini" Udovicich, la bandiera del Novara aveva 79 anni

È morto nella giornata di ieri Giovanni Udovicich, bandiera del Novara, società in cui ha militato dal 1958 fino al 1976 con ben 516 partite (tra B e C) e 10 gol.

È morto Giovanni "Nini" Udovicich, la bandiera del Novara aveva 79 anni

Per la città ed i tifosi del Novara la giornata del 4 settembre, data della morte di Giovanni “Nini” Udovicich, è stata difficile da smaltire. Il calciatore nativo di Fiume ha vestito la maglia della squadra piemontese per ben 18 stagioni consecutive negli anni sessanta e settanta, in prima squadra dal 1958 al 1976 con un totale 516 presenze e 10 gol.

Si contano invece 386 presenze in Serie B, che gli hanno dato l’opportunità di eguagliare il record di giocatore con più partite giocate nel campionato cadetto con una singola squadra. La sua carriera si è interrotta nel 1976 a causa di un brutto infortunio al menisco contro la Ternana.

La biografia di Giovanni Udovicich

Giovanni Udovicich, come riporta “Onefootball“, si è trasferito sin da bambino a Novara insieme alla sua famiglia. L’esordio nelle giovanili della squadra piemontese avvenne nel 1954, a 14 anni, e da lì nacque la storia d’amore durata per ben 18 stagioni.
La sua carriera però inizia da attaccante ma, dopo alcuni mesi, venne spostato nel ruolo in cui è diventato una bandiera: stopper.

Grazie al suo carisma, Giovanni Udovicich è diventato subito una bandiera per i tifosi del Novara. Mostrò fin da subito un forte attaccamento per la squadra piemontese, rifiutando le lusinghe di squadre più blasonate come Atalanta e Roma, che ai tempi militavano nella massima serie, sposando definitivamente il progetto. Dopo il suo ritiro ha continuato a risiedere in città lavorando alla Banca Popolare di Novara.

In una vecchia intervista alla “Gazzetta dello Sport” ha rivelato: “Non ci chiedevano finezze bastava non far segnare il diretto avversario. Però con il passare degli anni ho appreso una certa sensibilità. Chi mi faceva impazzire? I piccoletti, quelli che mi passavano fra le gambe. La prima volta Anastasi mi fece venire il mal di testa. La seconda volta, però, non gliela feci vedere”.

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