Bundesliga: Leitner, Ginter, Draxler…che succede, ragazzi?

La Bundesliga, di recente, ha dimostrato di essere un campionato all'avanguardia per quel che concerne la valorizzazione dei vivai. Ma quest'anno alcuni predestinati hanno toppato: Ginter, Leitner e Draxler rischiano di diventare oggetti misteriosi

Bundesliga: Leitner, Ginter, Draxler…che succede, ragazzi?

Negli ultimi anni, la Bundesliga è salita alla ribalta delle cronache sportive internazionali per l’incredibile numero di giovani talenti lanciati nella mischia, una pratica che ha fatto la fortuna della Germania attuale detentrice del titolo di Campione del Mondo. I vivai tedeschi sono infatti il fiore all’occhiello di un meccanismo incredibilmente efficiente; che unito alla grande disponibilità economica delle società locali, ha contribuito a creare un modello vincente in tutta Europa. Non a caso, tra le squadre migliori al mondo, la maggior parte possiede una sorta di “ossatura storica” creata da elementi acquistati in giovane età, se non addirittura da membri del vivaio.

Un esempio lampante è rappresentato da Juventus e Barcellona, finaliste che si sfideranno questa sera per la vittoria della Champions League. E comunque vada, la vincitrice farà Triplete. La Juve è infatti l’unica big in Italia ad aver portato avanti (complice anche le sfortune economiche derivanti da Calciopoli) un modello gestionale basato sulla crescita in casa dei giovani talenti per la prima squadra. E le eventuali lacune vengono colmate-solo in un secondo momento-da elementi di primo piano funzionali al progetto, che hanno il compito di mettere la classica “ciliegina” sulla torta.

Buffon, Chiellini, Pogba, Morata, Bonucci: tutti giocatori comprati da giovanissimi, e diventati (o destinati a diventare) risorse imprescindibili per la squadra. Ai quali si aggiunge la presenza del Principino Marchisio, vero fiore all’occhiello del vivaio bianconero. Ancora meglio è andata al Barcellona: da Xavi a Iniesta, a Messi, passando per Piquè, Busquets, Pedro, Bartra, Montoya, e quell’interminabile serie di talentini che, tra panchina e squadra B, scalpitano per iniziare a scrivere la storia del club. Per parlare solo di quelli rimasti in blaugrana.

Un’ossatura di valore straordinario, ulteriormente impreziosita dal sublime apporto fornito da due mostri del calcio come Suarez e Neymar, ma anche da “comprimari eccellenti” come Dani Alves (probabilmente il miglior terzino destro della sua generazione, per continuità di rendimento) ed il metronomo Rakitic. Insomma, il progetto è la prima cosa che conta, e la campagna acquisti serve a modellare, più che a stravolgere.

Ma nel corso dell’ultima stagione, alcuni ragazzini terribili della Bundesliga hanno toppato: Leitner, Ginter e Draxler, craques annunciati del calcio tedesco e “futuri campioni” destinati alla Nazionale maggiore, non sono riusciti a mettere pienamente in mostra le proprie qualità. Moritz Leitner, 22enne centrale di centrocampo, di proprietà del Borussia Dortmund ma in prestito allo Stoccarda, non ha mai brillato particolarmente nel corso di questa Bundesliga. Ed il suo Stuttgart è addirittura retrocesso in 2.Bundesliga.

Non ha fatto molto meglio Matthias Ginter, che nell’immaginario collettivo dei tedeschi (e non solo) rappresenta l’erede designato di quel mostro di Hummels. Doveva esserlo anche al Borussia Dortmund, con il capitano della Nazionale tedesca in predicato di trasferirsi al Manchester United. Eppure il 21enne di Friburgo, reduce da una straordinaria stagione 2013/14 con la squadra della sua città natale, non ha mai convinto con la maglia delle Vespe, finendo relegato spesso e volentieri in panchina da Klopp.

Anche Julian Draxler, fenomeno annunciato del movimento calcistico teutonico, ha vissuto un’annata incredibilmente travagliata: dopo la buona stagione 2013/14, questo doveva essere l’anno della consacrazione per il simbolo dello Schalke. Ma una lesione a quel maledetto legamento della coscia destra ha fatto saltare i piani del talentuoso trequartista, che ha dovuto accontentarsi di soli 775 minuti giocati in Bundesliga, conditi dalla miseria di 2 goal ed un singolo assist. Ne ha risentito la compagine di Gelsenkirchen, che ai blocchi di partenza figurava tra le favorite per un posto in Champions League, mentre ora dovrà accontentarsi dell’ultimo posto utile per entrare in Europa League.

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