Le condizioni di Gigi Riva non sembravano essere preoccupanti, nonostante sia stato ricoverato domenica all’ospedale Brotzu a Cagliari a causa di un malore improvviso dopo essersi sentito male nella sua casa del quartiere di San Benedetto, un quartiere della sua amata Sardegna
Una notizia che arriva come un fulmine a ciel sereno poiché, oltre a un amico della famiglia Riva che aveva affermato di come le condizioni non fossero preoccupanti, anche lo staff della struttura di Brotzu, con un bollettino medico, raccontava che le sue condizioni erano stabili: “Il paziente è sereno e le sue le condizioni generali sono stabili. Attualmente è sotto sorveglianza del personale sanitario e accudito dai famigliari. Nei prossimi giorni si proseguirà con gli accertamenti clinici del caso”.
Purtroppo però qualche ora dopo dal bollettino medico, arriva la notizia della sua scomparsa che nessuno voleva sentire. Secondo l’Adnkronos, Riva ha avuto un nuovo malore mentre si trova nel reparto di Cardiologia. La strada più probabile era quella di un intervento al cuore, ma il nuovo malore ha stravolto tutto.
La carriera di Gigi Riva tra Cagliari e la nazionale italiana
Giudicato uno dei migliori calciatori italiani di tutti i tempi e soprannominato “Rombo di Tuono” dal giornalista Gianni Brera per la notevole potenza del tiro e la prolificità sotto rete, Gigi Riva ha dedicato tutta la sua carriera a Cagliari, collezionando 315 partite con all’attivo 164 reti, con uno storico e mai dimenticato scudetto nel ’69-’70.
Uno scudetto che Gigi Riva ha ritenuto sempre il suo trionfo più importante: “Lo scudetto è stata la prima vera rivincita per i sardi emigrati in Germania, Svizzera e nel Nord Italia. Ogni nostro successo contro Milan, Juve e Inter per loro era un motivo di orgoglio che superava i confini sportivi”.
Per il suo Cagliari ha rifiutato offerte importanti, in particolar modo quella della Juventus di Agnelli: “Quello che non mollava proprio mai era Boniperti. Mi chiamava ogni anno. Partiva da lontano col discorso, ma poi arrivava sempre lì, alla Juve. E ogni volta gli ho risposto cortesemente di no. Per amore di questa terra, come è noto. Poi anche per orgoglio, quando giocavo ho sempre difeso la mia scelta, ma ovviamente qualche dubbio per la testa ti passava”.
Con la nazionale italiana ha invece vinto un campionato Europeo nel 1968, dove segnò nella ripetizione della finale contro la Jugoslavia il momentaneo gol del 1-0 (il 2-0 definitivo venne realizzato da Pietro Anastasi) allo Stadio Partizan situato sulla collina di Topčider di Belgrado. Con la nazionale ancora oggi detiene il record di realizzazioni: 35 in appena 42 match disputati con la maglia azzurra.
Dopo il ritiro “Rombo di Tuono” ha continuato a vivere in Sardegna e nel 1976 fondò il “Centro Sportivo Gigi Riva“, la prima scuola calcio in Sardegna, in campi attigui alle saline di Molentargius. Nel vivaio sono usciti tantissimi ragazzi importanti, uno su tutti spicca Nicolò Barella, attuale centrocampista dell’Inter.
Diventò, dal 1987, diventò dirigente di raccordo tra la nazionale italiana e la Federazione e nel 1990 accompagnatore della nazionale maggiore e poi team manager della stessa, ruoli che ha ricoperto fino al maggio 2013. In questo ruolo ha partecipato a ben 6 mondiali, vincendone uno nel 2006 e venendo lodato dal CT Marcello Lippi e Francesco Totti per l’importanza avuto in quel periodo.