E alla fine, c’è il colpo di coda degli Houston Rockets, che batte 128-115 i Golden State Warriors e portano la serie sull’1-3. E’ presto per parlare di serie riaperta, ma almeno i Rockets salvano la faccia. Il protagonista, manco a dirlo, è il solito James Harden, autore di una prestazione monstre, con 45 punti a referto. Grande paura per l’altro protagonista del match, l’MVP Stephen Curry, che nel secondo quarto cade male sul collo, spaventando un po’ tutti: niente di grave, fortunatamente, e Curry che chiude con un’ottima prestazione, condita da 23 punti, che però non serve a Golden State per portare a casa la vittoria.
E in effetti, è proprio quello il momento in cui Houston prende in mano la partita: quando Curry è fuori. E’ nella seconda parte del secondo parziale che i Rockets guadagnano quel distacco necessario a gestire senza troppi patemi d’animo il resto della partita. Per i Warriors, non bastano le grandissime prestazioni di Klay Thompson (24 punti con 9/21 al tiro) e Draymond Green (21 punti con 15 rimbalzi), ma l’incredibile partita di James Harden vanifica ogni tentativo degli ospiti: oltre ai 45 punti, per ‘il Barba’ anche 9 rimbalzi e 5 assist.
Come detto, uno scatto d’orgoglio di Houston, con Harden che ha dato dimostrazione di meritarselo tutto, il titolo di vice-MVP della regular season: quando è in palla, davvero non ce n’è per nessuno, nemmeno per una delle migliori difese dell’Nba. Adesso si va alla Oracle Arena di Oakland, in casa dei Golden State Warriors, che non vorranno farsi sfuggire l’opportunità di chiudere la serie sul 4-1, di fronte al proprio pubblico. A parte il match di oggi, in effetti, i Warriors hanno dimostrato di meritarsi ampliamente le finals Nba, grazie ad un Curry strepitoso nella sua continuità. L’impresa di Houston è resa ancor più difficile dalla probabile assenza di Dwight Howard, che a inizio terzo quarto colpisce con una gomitata Bogut: probabile prova televisiva per lui, con conseguente squalifica.