Martedì 17 ottobre 2017 comincia la regular season della NBA: saranno mostrate le quindici squadre della Western Conference, in ordine rispetto ai favori dei pronostici secondo gli esperti.
I favoriti sono i Golden State Warriors: i campioni in carica sono un quintetto consolidatissimo e distruttivo; Curry, Thompson, Durant, Green e Pachulia partiranno di nuovo con i favori del pronostico, considerando che la panchina è composta da giocatori di livello quali Iguodala, Livingston, McGee, David West e Nick Young. Gli avversari per il primo posto non mancano, ma i Warriors paiono avere ancora un passo di vantaggio.
Al secondo posto gli Houston Rockets: Chris Paul dà quelle certezze in regia che mancavano da anni ai Rockets. Paul avrà assieme a sè James Harden, un vero fenomeno, in regia, mentre Ariza e Anderson sono delle super ali tiratrici che godranno delle difese in area di Capela. Con Eric Gordon, Mbah A Moute e Nené in panchina, a Houston si fa più di un pensierino a scavalcare i Warriors nelle gerarchie.
Terzi gli Oklahoma City Thunder: la “formula uno” guidata dai piccoli Westbrook, George e Anthony è tutta da verificare, ma potenzialmente può sfondare il muro del suono. Patterson e Adams sono lunghi di buon livello, con tante buone alternative in panchina. La velocità di punta non manca, ma non bisognerà andare fuori giri. I rischi sono due: o sfondare o fallire.
Al quarto posto troviamo i San Antonio Spurs: mai escludere la creatura di coach Popovich dai giochi per il titolo. Gli Spurs hanno ormai perso il terzetto magico: Duncan si è ritirato, Ginobili è a fine carriera e Parker attraversa una fase di declino, ma Pop na preparato le alternative da tempo. Assieme a Parker ci sono Green, Leonard, Aldridge e Marc Gasol con l’ottima alternativa di Mills in regia. Le riserve saranno fondamentali per far rollare gli “speroni”.
In quinta posizione i Minnesota Timberwolves: quest’anno i lupi possono tornare ai playoff e sfondare in maniera debordante. Jimmy Butler, da Chicago, ha in mano tanto talento da far giocare, a partire da una sicura All Star, il centro Towns, più Wiggins, Teague, Bjelica e Gibson. Le principali alternative sono il miglior sesto uomo Crawford, Dieng e Aaron Brooks in regia. Tutto è pronto per restituire a Minneapolis un grande spettacolo.
Al sesto posto i New Orleans Pelicans: si prevede una grande annata per i Pelicans, con i due super centri Cousins e Davis, più l’ottimo Cunningham a completare il trio di lunghi, mentre in regia Holiday e Rondo saranno una coppia di sicuro successo. Servirà un po’ di tempo per amalgamare la squadra, ma i playoffs appaiono sicuri dalle parti di New Orleans.
Settimi i Los Angeles Clippers: come dimenticare i Clippers? Perso Paul, Gallinari è destinato a diventare la nuova star dei rossoblù, nel potente reparto di lunghi sia difensivo che offensivo completato da Griffin e Jordan. Austin Rivers, figlio del coach Doc Rivers, Patrick Beverley, da Houston, oltre a Milos Teodosic, avranno il durissimo compito di sostituire Paul. Siamo un passo indietro rispetto allo scorso anno, ma i Clippers possono ancora dire la loro.
All’ottavo posto i Portland Trail Blazers: il classico ago della bilancia, la squadra sempre dura da affrontare. La coppia in regia Lillard – McCollum è garanzia di puinti e di gioco ed i tiratori dall’arco non mancano, ma il reparto dei lunghi non è di valore assoluto come quello delle concorrenti di grado superiore. Sarà un’altra stagione di passione e di battaglie a Portland per raggiungere i playoffs.
In nona posizione gli Utah Jazz: Exum, Hood, Ingles, Favors e Gobert sono un quintetto di tutto rispetto, di grande valore, però bisognerà considerare l’impatto della perdita di Hayward soprattutto nel tiro da tre. Joe Johnson è pronto dalla panchina a essere di nuovo decisivo come nella scorsa stagione, con Rubio che non è sicuro di prendere il posto di play titolare in pianta stabile. I Jazz sono in grado di lottare per i playoffs.
Decimi i Memphis Grizzlies: le uscite di Zach Randolph e Tony Allen sono molto dolorose per gli orsi. Mike Conley è uno dei migliori registi in circolazione, come il centro Marc Gasol nel suo reparto, ma nessuno coprirà realmente le due cessioni di spicco. Saranno Chalmers, McLemore, Evans e Parsons a sobbarcarsi il lavoro dei due ex talenti difensivi dei Grizzlies, per sperare di tornare alla postseason.
All’undicesimo posto i Denver Nuggets: Nikola Jokic ha tutte le carte in regola per diventare una star assoluta, Paul Millsap è un’ottima ala grande, così come Faried. I Nuggets, con onestà, sono un’ottima squadra, che probabilmente però mancerà di quel qualcosa in più per sfondare nei momenti decisivi delle gare in bilico e in regia. Come lo scorso anno, l’obiettivo playoff potrebbe essere solo sfiorato.
Al dodicesimo posto i Dallas Mavericks: l’asse portante dei Mavs sarà formata da Seth Curry – Matthews – Barnes – Powell – Nowitzki. Fuori dai titolari c’è troppo poco a cui appigliarsi, come Ferrell e Noel, per sperare in qualcosa di importante; nel caso tutto giri, però, attenzione ai Mavs in chiave postseason.
Tredicesimi i Los Angeles Lakers: tutto parla in giallo viola di Lonzo Ball, playmaker numero 2 del draft, colui che dovrebbe tentare di rilanciare i Lakers nelle alte sfere. Non quest’anno, però, serve una stagione di crescita: se tra i lunghi si è messi bene (ali Ingram – Deng – Nance Jr. e Randle, centri Bogut e Lopez), nei piccoli, oltre a Ball, c’è poco, solo gli incostanti Clarkson e Caldwell – Pope.
Al 14esimo posto i Phoenix Suns: Booker, Knight (infortunato), Bledsoe, Ulis e Chriss sono degli ottimi piccoli, con dei centri dal grande impatto in area come Chandler e Len, Le ali non sono sufficientemente di spessore: Dudley e Warren sono incompleti e dietro di loro mancano riserve valide. Difficile dare un futuro playoff a questa squadra.
In ultima posizione i Sacramento Kings: George Hill, Vince Carter e Zach Randolph sono gli uomini di esperienza che faranno da maestri a una squadra di giovani: Cauley – Stein, Hield, Labissiere e Jackson. Considerando che Carter e Randolph sono a fine carriera, il solo Hill dovrà guidare con costanza un gruppo giovane di prospettiva per il futuro ma lacunoso nel presente.