In Germania, l’attenzione dei consumatori verso le auto a guida autonoma è sempre maggiore e, per questo motivo, il locale ministro dei trasporti ha chiesto a Tesla Motors di non usare più il termine “Autopilot” nelle sue pubblicità, in quanto considerato termine ingannevole, e – nel contempo – ha avvertito tutti i possessori di auto Tesla (sul territorio teutonico) di continuare a prestare attenzione nella guida.
Da qualche mese, nella terra di Frau Merkel, imperversa il dibattito sulle auto a guida autonoma, nello specifico le Tesla Model S e Model X dotate della funzione “Autopilot”. Tutto è iniziato verso Maggio quando il 40 enne Joshua Brown – originario della Florida e da sempre fan delle auto di Elon Musk – è rimasto coinvolto in un incidente mortale andando a sbattere contro un camion che, l’AI della sua auto, NON aveva visto (causa una confusione dei colori). Secondo le indagini svolte in seguito all’incidente, l’uomo era alla guida di una Tesla S e non prestava attenzione alla strada in quanto impegnato a guardare un film di Harry Potter.
D’altro canto, è pur vero che, lo scorso Agosto, un certo Joshua Neally è riuscito ad arrivare in ospedale, dopo un malore mentre era alla guida della sua Tesla, proprio grazie all’assistenza del suo Autopilot. Evidentemente, tale episodio non ha rassicurato abbastanza Alexander Dobrindt, l’attuale ministro dei trasporti tedesco, che – complice la crescente attenzione dei consumatori locali verso le auto smart – ha pensato di assumere dei provvedimenti.
E così, preso carta e penna, il buon Dobrindt ha scritto ai vertici di Tesla pregandoli di sospendere le loro pubblicità in Germania e, soprattutto, per il futuro, di evitare l’uso del termine “Autopilot” in quanto ritenuto fuorviante. Secondo il ministro, le cui parole sono state riportate dall’agenzia Reuters, il software in questione si limiterebbe a regolare la velocità, a supportare il raggiungimento di una destinazione, a gestire meglio la tenuta o il superamento di una corsia, ed a consentire un parcheggio in autonomia. Tutto molto valido ma nulla a che fare con un’auto che si guida da sola e che esonera il conducente (come, invece, la Google Car) dal dover prestare attenzione alla strada che percorre.
Tesla, a stretto giro di boa, ha replicato in modo molto dettagliato a quanto sostenuto dalla Federal Motor Transport Authority di Berlino. Innanzitutto, il comunicato della portavoce di Tesla Motors ha precisato come, da decenni, il termine “pilota automatico” sia usato nel settore aerospaziale per indicare un sistema che riduce il carico di lavoro dei conducenti e concorre ad una maggiore sicurezza della mobilità. Oltre a ciò, il comunicato – formale ma piccato dell’azienda di Palo Alto – ha tenuto a precisare che, nell’illustrare le opportunità dell’Autopilot ai suoi clienti, ricorda loro di prestare sempre molta attenzione alla guida. In ogni caso – per l’immediato – è stato rilasciato un aggiornamento dell’AI che avrebbe evitato la morte di Brown visto che, per accertare l’attenta presenza del conducente, richiede il contatto col volante: per il futuro, invece, Tesla fa sapere che i suoi ingegneri stanno lavorando per rendere la guida con Autopilot attivo sempre più automatizzata e meno dipendente dal controllo umano.
Fine della querelle? A quanto pare no, visto che sempre il ministro dei trasporti della Germania ha anche scritto a tutti i proprietari teutonici di veicoli Tesla per “ricordare loro di mantenere la massima attenzione alla strada perché il sistema installato sulle auto Tesla, infatti, non è talmente automatizzato da poter funzionare senza la costante supervisione del conducente”.