Il governo ha approvato il ddl sulla Sicurezza stradale, che introduce tra le novità l’obbligo di alcolock per i condannati per guida in stato di ebbrezza. Vediamo di cosa si tratta e come funziona questo dispositivo.
L’alcolock è un etilometro collegato al sistema di avviamento del veicolo, che misura il tasso alcolemico del conducente prima di consentirgli di mettere in moto. Se il tasso supera il valore consentito, il dispositivo blocca l’accensione e impedisce la guida. L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare la guida in stato di ebbrezza, una delle principali cause di incidenti stradali, spesso mortali. Secondo i dati dell’Istat, nel 2020 ci sono stati 1.411 morti sulle strade italiane, di cui il 9% dovuti all’alcol.
Il ddl prevede che l’alcolock sia obbligatorio per i condannati per guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcolemico superiore a 0,8 grammi per litro. In questo caso, scatterebbe la cosiddetta tolleranza zero, ossia il divieto assoluto di guidare dopo aver bevuto, per due o tre anni a seconda della gravità del reato. L’alcolock dovrebbe essere installato a proprie spese dal conducente sul veicolo che intende utilizzare. Il costo del dispositivo varia a seconda del modello e del fornitore, ma si aggira tra i 70 e i 150 euro per l’acquisto e tra i 60 e i 90 euro al mese per il noleggio.
L’alcolock non è una novità assoluta: è già previsto dalla normativa europea dal 2015 e in diversi Paesi europei è già in uso. Inoltre, dal 6 luglio 2022, tutte le auto nuove devono essere dotate di un’interfaccia che faciliti l’installazione del dispositivo. L’alcolock è uno strumento utile per la sicurezza stradale, ma non infallibile: infatti, si basa sull’onestà del conducente, che potrebbe far soffiare nel dispositivo da un’altra persona sobria.
Per questo motivo, alcuni ritengono che sia necessario integrarlo con altri sistemi di controllo e prevenzione, come per esempio la geolocalizzazione o i braccialetti NFT.