Sinner positivo al test antidoping, l’allenatore: "Non avevo mai visto quello spray"

Jannik Sinner è stato coinvolto in un caso di doping dopo essere risultato positivo ad alcuni test effettuati. Tuttavia, l’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis lo ha dichiarato innocente, poiché la contaminazione è avvenuta in modo accidentale.

Sinner positivo al test antidoping, l’allenatore: "Non avevo mai visto quello spray"

Nelle ultime ore è esploso un caso di doping che ha coinvolto il tennista italiano Jannik Sinner, risultato positivo a un controllo anti-doping effettuato lo scorso aprile. Tuttavia, l’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis ha ritenuto Sinner innocente, chiarendo che non c’è stata alcuna colpa o negligenza da parte dell’atleta. A fare luce sulla vicenda è stato l’allenatore di Sinner, Darren Cahill, che in un’intervista a ESPN ha raccontato come si è svolta l’intera vicenda.

Cahill ha spiegato che tutto è iniziato durante il torneo di Indian Wells, a marzo. Giacomo Naldi, fisioterapista di Sinner, si è inavvertitamente ferito a un dito mentre manipolava un tronchesino nella stanza dell’hotel. “Non ho visto nulla, ero fuori dalla stanza“, racconta Cahill. “Quando sono rientrato, Naldi stava fasciandosi il dito. Gli ho chiesto se avesse bisogno di aiuto, ma lui ha minimizzato l’accaduto“. La ferita sembrava essere solo un fastidio momentaneo, ma si sarebbe rivelata l’inizio di un problema molto più grande.

La situazione si è complicata a causa di uno spray usato da Umberto Ferrara, preparatore atletico di Sinner. Ferrara aveva offerto lo spray a Naldi per curare il taglio al dito. Si trattava di un prodotto comune in Italia, ma che conteneva una sostanza proibita a livello internazionale. Naldi ha utilizzato lo spray durante la settimana successiva, continuando a trattare Sinner. Senza che nessuno lo sapesse, la sostanza è stata trasferita al tennista attraverso il contatto durante i trattamenti.

Il risultato positivo è emerso solo dopo la vittoria di Sinner al torneo di Miami. “Abbiamo immediatamente collegato il risultato dello spray alla positività del test“, spiega Cahill. Nonostante fosse chiaro che Sinner non avesse alcuna responsabilità diretta, la sospensione era già stata imposta. Il team di Sinner si è mosso rapidamente per dimostrare che la contaminazione era avvenuta in modo accidentale e non intenzionale. Dopo un’accurata indagine, l’Agenzia per l’Integrità del Tennis ha accettato la spiegazione, permettendo a Sinner di continuare a giocare senza ulteriori sanzioni.

Cahill ha concluso difendendo con forza l’integrità di Sinner: “Jannik è un ragazzo eccezionale, uno dei più professionali con cui abbia mai lavorato. Non avrebbe mai imbrogliato intenzionalmente“. Le parole del coach evidenziano non solo la trasparenza con cui è stata gestita la situazione, ma anche la fiducia incondizionata riposta nel giovane talento italiano.

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