Rugby: è morto Jonah Lomu, leggenda degli All Blacks. Aveva 40 anni

Jonah Lomu, considerato il più grande giocatore nella storia del rugby, si è spento a 40 anni. Alla stella degli All Black, la nazionale della Nuova Zelanda, è morto in seguito ad una malattia ai reni

Rugby: è morto Jonah Lomu, leggenda degli All Blacks. Aveva 40 anni

Jonah Lomu non c’è più. La leggenda degli All Blacks, il ‘Maradona del rugby’, ci lascia a soli 40 anni. Il gigante nero, nonostante la stazza di 1,96 metri per 119 chili, aveva una velocità da centometrista: era capace di correre i 100 metri in 10,8 secondi, dei tempi che potrebbero benissimo essere una cifra da Olimpiade. Ma Jonah Lomu aveva deciso di dedicare la vita al rugby, diventandone una vera leggenda.

Un talento pari alla sua sfortuna, che lo ha portato al primo ritiro per una sindrome nefrosica già nel 1997, a soli 24 anni. In quei pochi anni di carriera, già aveva dimostrato di non essere uno qualunque, guadagnandosi la prima presenza con i leggendari All Black neozelandesi ad appena 19 anni. Una carriera troppo breve, falcidiata da quei problemi al rene, che lo portano prima al ritorno in Galles (1999), per poi trasferirsi in Francia, in club dilettantistici. Nel 2005, arriva il primo trapianto di rene.

Una carriera difficile, ma che gli ha permesso comunque di essere considerato il miglior giocatore della storia di questo sport. Leggendaria l’azione contro l’Inghilterra che lo vide letteralmente ‘passare sopra‘ Mike Catt, per realizzare quella che è considerata la meta più bella della storia. E di mete, Jonah Lomu ne ha fatte ben 37, con la maglia della Nuova Zelanda, quinto nella graduatoria di sempre.

Nato da genitori originari dell’isola di Tonga ad Auckland, in Nuova Zelanda, visse in un quartiere difficile. Il suo grande momento, però, arriva con i Mondiali del 1995 in Sudafrica, dove Jonah Lomu è indiscusso protagonista a soli 20 anni; è qui che stabilisce il record di 15 mete nella competizione, ancora oggi imbattuto.

La causa della morte? Un’improvvisa crisi cardiaca, che l’ha colpito mentre si trovava ad Auckland, la sua città. E mentre nel resto del mondo si celebrano dei ‘funerali‘ per onorare il gigante nero, agli amanti dello sport resta solo il ricordo di una leggenda, di un uomo che ha reso onore a questo sport e alla vita in generale, ma che dalla vita non ha avuto altrettanto riguardo.

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