Senza storia. Questo il commento della gara-1 della finale scudetto di pallanuoto maschile, che ha visto i pluricampioni in carica della Pro Recco battere nettamente Brescia, col risultato di 8-4, subito costretto a inseguire nella serie. Cosa ha fatto la differenza per la Pro Recco? La difesa, imperforabile o quasi, che ha permesso ai padroni di casa di non andare mai sotto nella partita, con la squadra di Milanovic che arriva fino al 7-2, mantenendo sempre il totale controllo sulla partita.
Il problema del Brescia, invece, è stato principalmente l’eccessivo numero di errori in superiorità numerica (4 gol su 14 occasioni), con una prestazione incredibile dell’eterno Stefano Tempesti. Ottimo match anche di Matteo Aicardi (2 reti per lui, entrambe segnate negli unici momenti di parità numerica tra le due squadre) e Felugo, come in regular season indispensabile in cabina di regia: il vero motore della Pro Recco è sempre lui.
Ci si aspettava maggiore equilibrio, senza dubbio, visti anche i precedenti nella stagione regolare: a Brescia, i padroni di casa si sono imposti 7-6, mentre nella gara di ritorno vittoria della Pro Recco per 9-8, vittoria grazie alla quale è riuscita a conquistare il primato in classifica. Per i liguri, oltre al 1° posto, anche miglior attacco (330 reti) e miglior difesa (128 reti). Poi, sono 4 anni che la finale del campionato di Serie A di pallanuoto maschile vede le stesse due squadre in campo, lo scorso anno, Brescia riuscì a imporsi solo in gara-3. E’, però, proprio contro la Pro Recco che il Brescia conquistò lo scudetto del 2003, l’unico finora della sua storia.
Se le cose dovessero rimanere così, la Pro Recco più che il Brescia tenterà di battere se stessa e i suoi record: se riuscisse a vincere il titolo, sarebbe il decimo consecutivo, e riuscirebbe anche a superare la grande Pro Recco di Eraldo Pizzo che, con l’ultimo titolo nel 1972, si fermò a 9 successi consecutivi.