Novak Djokovic vince il suo 5° Wimbledon: batte in finale Roger Federer con il risultato di 3-2

Novak Djokovic riesce a trionfare in una finale memorabile, annullando 2 match point a Roger Federer e battendolo al quinto set con il risultato di 7-6, 1-6, 7-6, 4-6, 13-12.

Novak Djokovic vince il suo 5° Wimbledon: batte in finale Roger Federer con il risultato di 3-2

Novak Djokovic ha vinto la finale del torneo di Wimbledon 2019, battendo Roger Federer per 3-2 (7-6, 1-6, 7-6, 4-6, 13-12) in quella che è stata la finale più lunga nella storia di Wimbledon (4 ore e 57 minuti). Nulla da fare per lo svizzero che, fino all’ultimo, ha cercato di portarsi a casa la vittoria, vedendosi annullare dal serbo anche un doppio match point durante il quinto set.

Roger Federer non ha comunque nulla da recriminare poiché, all’età di 37 anni, è riuscito a giocare per quasi 5 ore sul campo principale di Wimbledon, dando sempre la netta sensazione di poter trionfare contro il suo avversario. Pure i punti vinti sono dalla sua parte (218 contro i 204) ma questo non è bastato a regalargli il nono trionfo a Wimbledon.

Va apprezzata comunque l’enorme forza mentale di Novak Djokovic poiché, dopo una maratona del genere, e con il pubblico quasi tutto dalla parte di Federer che viene definito da tutti come il vero ‘padrone di casa’, riesce ad annullare due match point, mostrando tutta la sua classe e facendo capire ai più scettici di meritarsi quel primo posto nella classifica ATP.

Alla stampa Roger Federer si mostra sconsolato per la partita sfumata sotto al naso, ma si dichiara comunque ottimista: “Spero di avere dato ad altri la possibilità di credere che a 37 anni non è tutto finito. Mi sento bene, ovviamente ci vorrà del tempo per riprendermi, anche fisicamente, ma va bene. Non potevo dare di più, ho dato tutto, sento che è giusto così, sono ancora in piedi, e auguro a tutti i 37enni di potersi sentire così”.

Djokovic, sempre in conferenza stampa, ammette di essere riuscito a trionfare soprattutto grazie al suo stato mentale: “Mentalmente è stato il match più duro che ho giocato nella mia carriera. Più duro di quello contro Nadal in Australia. Quello più fisico, questo più mentale. Giocare contro Roger significa essere costantemente sotto pressione. Non è facile affrontarlo, a tratti ho sentito di non colpire al meglio la palla”.

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