Lance Armstrong accusa l’UCI, Verbruggen replica duro

Hein Verbruggen, ex presidente dell'Uci, ha duramente replicato all'intervista rilasciata Lance Armstrong, che accusava l'Unione ciclistica di averlo coperto nell'utilizzo di doping.

Lance Armstrong accusa l’UCI, Verbruggen replica duro

L’AIA, 19 NOV – L’olandese Hein Verbruggen, ex presidente dell’Uci, Unione Ciclistica Internazionale, ha duramente replicato alle accuse fatte da Lance Armstrong durante un’intervista rilasciata al Daily Mail in cui l’ex campione di ciclismo ha esplicitamente accusato l’UCI di sapere che si dopava e di averlo coperto. Verbruggen ha replicato alle accuse di Amstrong dicendo che “non sono da considerare credibili”. “Il suo obiettivo – ha ribadito l’ex leader del ciclismo mondiale – evidentemente deve essere quello di rilasciare dichiarazioni choccanti, clamorose”.

L’intervista rilasciata da Amstrong ha del clamoroso perché coinvolge i vertici del ciclismo mondiale e gare di importanza primaria nel circuito del ciclismo come il Tour De France. Ecco le parole dell’ex campione su Verbruggen:

“Era una figura chiave nella mia via di fuga dai controlli antidoping. Sapeva del mio utilizzo di sostanze dopanti e mi aiutava a nasconderlo. Fu una delle persone che mi permise di portare a termine il Tour de France 1999 nonostante fossi risultato positivo a un test”.

E conclude così:

“Non ho più intenzione di mentire per proteggere queste persone che non meritano il minimo rispetto. Io li odio. Ho chiuso con loro”.

Nel corso dell’intervista Armstrong ha anche fornito i dettagli sulle modalità con cui veniva coperta l’assunzione di sostanze proibite: con la scusa dell’assunzione di una pomata al cortisone per curare un problema cutaneo creatogli dal sellino della bici, i medici della sua squadra fornivano prescrizioni retrodatate che giustificavano la positività.

Verbruggen replica ancora così:

 “Non ricordo esattamente chi era presente a quel tempo. La sua storia non ha senso”

Per la reiterata esposizione al doping, Lance Armstrong è stato squalificato a vita dal ciclismo e gli sono stati revocati quasi tutti i titoli vinti in anni di carriera.

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