I veri campioni si dimostrano anche in momenti come questi, quando – dopo aver “fallito” – non perdono grinta e determinazione e raggiungono l’obiettivo fissato.
E proprio questo è quanto fatto dalla regina del nuoto Federica Pellegrini che, ai Mondiali di Windsor, ha fatto risuonare l’inno italiano per l’ennesima volta conquistando la medaglia d’oro nei 200 sl. Forse nessuno se l’aspettava ma lei sì. Dopo la delusione delle Olimpiadi di Rio 2016, la 28enne veronese ha dimostrato di essere una campionessa con la C maiuscola: in 1’51”73 ha zittito tutti, siglando la migliore prestazione italiana in tessuto ed anche il suo miglior tempo mai nuotato prima.
Quella mondiale in vasca corta era la medaglia d’oro che mancava e la “divina” è andata a prendersela, mettendo dietro l’ungherese Katinka Hosszu, che era indicata come favorita assoluta alla vittoria finale grazie al suo crono mondiale di 1’52”08, e la canadese Taylor Ruck, annata 2000, che si è aggiudicata la medaglia di bronzo.
La stessa Federica Pellegrini ha dichiarato di aver compiuto la gara perfetta: una gara in rimonta come piace a lei, nonostante il “terrore” della corsia numero 3, la stessa occupata durante la finale olimpica di Rio 2016. Il lavoro eseguito con l’allenatore Matteo Giunta si è rivelato dunque perfetto: un continuo allenamento congiunto al sacrificio e alla determinazione di sorprendere e sorprendersi ancora.
Proprio il tecnico descrive la nuotatrice come un’agonista incredibile, spinta dalla propria testardaggine e dal suo non accontentarsi mai. “Quando sono arrabbiato per qualcosa che non va in allenamento la vedo che lei lo è già più di me senza dirle niente. Questo probabilmente è il suo segreto” – dichiara alla fine un soddisfatto Matteo Giunta.
Non bastasse, nella stessa giornata Federica Pellegrini è scesa in acqua nella staffetta 4×100 sl conquistando un fantastico secondo posto, migliorando così il bronzo di due anni fa.