Per la prima volta nella storia del Giro d’Italia, che ha visto la 100ma edizione nel 2017, con la vittoria finale di Tom Dumoulin (nella foto), il via sarà dato fuori dai confini europei, la città scelta è Gerusalemme, pensata dagli organizzatori come omaggio al grande Gino Bartali.
Il Giro d’Italia 2018 farà tre tappe nella Terra Santa: la prima tappa, una cronometro di 10 km in un saliscendi su Gerusalemme e arrivo proprio sotto le mura della città vecchia; la seconda tappa, 167 km chilometri, partirà da Haifa ed arriverà a Tel Aviv, sul lungomare, la terza e l’ultima in Israele, il gran finale, partirà da Be’er Sheva e dopo 226 chilometri verso sud arriverà a Eilat; è la tappa più lunga, in cui la corsa rosa attraverserà il deserto del Negev per arrivare sulle rive del Mar Rosso.
Quindi, ciclisti e biciclette verranno trasferiti in Sicilia. Le tre tappe sono state disegnate con un’attenzione certosina, sia dal punto di vista sportivo sia da quello politico. Rcs e ministeri dello sport e del turismo israeliani hanno lavorato per un anno, in calcoli e sopralluoghi prima di disegnare il percorso.
Il tracciato è tutto da scoprire, ma il fatto più grande è che un Paese scoprirà la bicicletta in uno dei suoi momenti più importanti, ora quasi sconosciuta. Da parte sua Paese avrà molte cose belle da far scoprire.
Il direttore organizzativo del Giro, Mauro Vegni alla domanda sulla sicurezza risponde: “Problemi di sicurezza? Non più che in qualsiasi altro Paese europeo in questo momento. Anzi”. Ed ecco il Giro d’Italia spiegato in modo sintetico: partenza da Gerusalemme venerdì 4 maggio, sbarco in Sicilia e salita sull’Etna, quindi risalita dell’Italia, penultima tappa Cervinia, in Piemonte. Ancora segreto il traguardo, ossia in quale località vedremo l’ultimo striscione del Giro numero 101.
C’è un sogno: piazza San Pietro, le due città sante unite per la pace. Il sogno del Giro in Israele si sta rivelando possibile, perchè no in Vaticano?