Andrea De Adamich è stato per decenni un riferimento assoluto per chiunque amasse le corse. La sua è una storia di velocità, tecnica e passione, vissuta prima al volante e poi davanti alle telecamere, sempre con l’obiettivo di portare il pubblico dentro l’essenza più pura dei motori. Nato a Trieste il 3 ottobre 1941, ha rappresentato una generazione di piloti italiani cresciuti in un’epoca in cui il motorsport era un simbolo di modernità e coraggio.
La notizia della sua scomparsa ha immediatamente riportato alla memoria il suo stile narrativo unico, chiaro, preciso e genuino, capace di far vivere ogni giro di pista anche a chi non aveva mai assistito dal vivo a una gara. La sua carriera sportiva iniziò alla fine degli anni Cinquanta, mettendo subito in risalto un talento naturale per la guida. Negli anni successivi entrò nel mondo delle competizioni più prestigiose, diventando protagonista nel Campionato Europeo Turismo grazie a una lunga collaborazione con Alfa Romeo, marchio con cui conquistò affermazioni importanti al volante della Giulia GTA, contribuendo all’aura sportiva del Biscione.
Parallelamente prese parte alle monoposto e arrivò in Formula 1, la categoria più ambita del pianeta automobilistico. Scese in pista per 30 Gran Premi complessivi, difendendo i colori di scuderie iconiche come Ferrari, McLaren, March e Brabham-Alfa Romeo. Pur senza piazzamenti nelle prime tre posizioni, si distinse come pilota estremamente preparato sul fronte tecnico, apprezzato per le doti di sviluppo delle vetture, ruolo fondamentale in quegli anni di grande evoluzione aerodinamica e meccanica.
Partecipò inoltre ad alcune delle gare di durata più famose al mondo, come la Targa Florio, la 24 Ore di Le Mans e la 1000 Km di Monza, eventi che richiedevano resistenza mentale, sinergia con il team e una conoscenza profonda del mezzo. Il suo percorso agonistico si concluse nella prima metà degli anni Settanta, lasciandogli però un patrimonio di esperienza e competenze che sarebbero diventate la base perfetta per la seconda parte della sua vita professionale.
La notorietà televisiva arrivò infatti dopo il ritiro dalle competizioni: Mediaset lo scelse come esperto assoluto dei motori in un periodo in cui le reti del gruppo trasmettevano le principali categorie automobilistiche, in primis la Formula 1. Programmi come “Grand Prix” e “Fuori Giri” divennero appuntamenti imperdibili per milioni di appassionati, e il suo modo di raccontare gare, piloti e scuderie contribuì a far crescere una nuova cultura sportiva in Italia. Chi seguiva quei format ricorda ancora la sua capacità di spiegare dettagli tecnici in modo semplice, senza perdere mai l’entusiasmo.
La sua voce venne anche scelta per videogiochi dedicati alla Formula 1 tra il 1997 e il 2006, permettendogli di arrivare a un pubblico ancora più vasto e giovane, che imparò a conoscerlo attraverso il mondo digitale. Negli ultimi anni si era progressivamente allontanato dagli studi televisivi, preferendo una vita più riservata. La sua eredità resta però fortissima: De Adamich ha saputo unire competenza, eleganza comunicativa e profondo amore per l’automobilismo, diventando un punto di riferimento assoluto per chi, in Italia, ha sempre guardato alle piste con gli occhi pieni di emozione.