Ci sono atleti, giocatori, calciatori che si ricordano tuttora, non solo per le loro imprese e giocate sul campo da calcio, ma anche per la loro grande umanità e affetto. Un esempio, in tal senso, è proprio Claudio Marchisio, ex giocatore della Juventus, oggi imprenditore e testimonial dell’Airc che, per l’occasione, racconta di una storia molto toccante a lui legata che gli ha portato via un amico.
Da sempre sostenitore dell’Airc, per la ricerca sul cancro, è vicino a questa associazione anche per la storia e l’amicizia con Davide Gardin. Si conoscono nel 2003, tra i banchi di scuola, come molte altre amicizie e condividono diverse passioni tra cui anche l’amore per il calcio. Marchisio militava nella squadra giovanile della Juve, mentre Davide in quella del Chieri.
Proprio in quell’estate, Davide riceve una delle peggiori notizie: il suo infortunio al ginocchio era un tumore alle ossa, come diagnosticato dai medici. Iniziò, in quel momento, un anno di terapia e di cure che non servirono a molto dal momento che Davide si spense nel settembre dell’anno dopo all’età di 17 anni.
In un’intervista al Corriere della Sera, Marchisio ricorda l’amico come una persona sorridente, dalla grande energia nonostante ciò che stesse vivendo in quel momento. Ogni volta che riesce lo ricorda al punto che suo figlio si chiama proprio come Davide, “un modo per rendere omaggio a un grande amico”.
Oggi è testimonial dell’Airc dove partecipa a diverse iniziative benefiche compresa le Arance della Salute che si terrà il 25 gennaio in molte piazze d’Italia. Un’iniziativa che ha l’obiettivo di sensibilizzare riguardo quello che succede e raccogliere fondi per i tanti ricercatori che studiano. Lo stesso Marchisio ha visitato più volte i reparti dove i bambini trasmettono un’energia contagiosa.
Con i genitori la situazione è più difficile perché vivono qualcosa di troppo doloroso, ma i bambini sono una piccola luce. Diverse poi le storie che lo hanno colpito, come quella della madre di un bimbo nigeriano che non ha potuto avere i permessi per il figlio che viveva in Italia e non ce l’ha fatta a salutarlo.