Sven-Göran Eriksson, il celebre allenatore svedese che ha lasciato un’impronta indelebile nel calcio europeo, è venuto a mancare all’età di 76 anni. Eriksson, noto per il suo lungo e variegato percorso nelle panchine di club prestigiosi come Roma, Fiorentina, Sampdoria e Lazio, nonché per il suo incarico alla guida della Nazionale inglese, aveva da tempo annunciato di essere affetto da un cancro al pancreas inoperabile.
La triste notizia del sua decesso è stata confermata dalla famiglia, che ha chiesto il rispetto della privacy durante questo difficile momento. Eriksson era stato recentemente protagonista di un emozionante docufilm intitolato semplicemente “Sven“, trasmesso su Amazon Prime. In questa produzione, ha avuto l’opportunità di riflettere sulla sua carriera e sulla sua vita personale, rivolgendosi al pubblico con un messaggio toccante: “Spero di essere ricordato come un brav’uomo“.
Queste parole racchiudono il desiderio dell’ex tecnico di essere ricordato non solo per le sue imprese calcistiche, ma anche per il suo carattere e il suo spirito positivo. Nel corso degli ultimi mesi, il mondo del calcio ha dimostrato un notevole affetto verso Eriksson. Nonostante la gravità del male, molte squadre lo hanno accolto calorosamente.
In Italia, dove aveva lasciato un segno particolare con la Lazio e la Sampdoria, Eriksson ha avuto l’opportunità di tornare nei luoghi che avevano caratterizzato il suo passato professionale. Anche all’estero, come al Liverpool, ha vissuto momenti emozionanti, sedendo sulla panchina dei Reds, un sogno che aveva finalmente potuto realizzare. L’ultimo periodo di vita di Eriksson è stato caratterizzato dal fronteggiare un tumore al pancreas, che si era diffuso anche ad altri organi. In un’intervista, Eriksson aveva descritto l’insorgere della male come improvviso e inaspettato, raccontando di come un collasso improvviso, seguito da una corsa, avesse portato alla scoperta del cancro.
Nonostante la diagnosi fosse inquietante, Eriksson aveva affrontato la sua condizione con coraggio e dignità. La sua carriera è stata segnata da momenti di grande successo e sfide, ma il ricordo di Eriksson sarà sempre legato alla sua capacità di ispirare e motivare i giocatori e le persone che hanno lavorato con lui. Il suo stile di allenamento e la sua visione del gioco hanno influenzato molti, e il suo contributo al calcio resterà impresso nella memoria di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. L’ultimo messaggio di Eriksson, che invita a sorridere e a vivere la vita appieno, è un’eredità preziosa. Nonostante le difficoltà, ha lasciato un insegnamento di speranza e positività, un vero riflesso della sua personalità. La sua scomparsa segna la fine di un’era, ma il suo influsso sul calcio e sulla vita delle persone continuerà a essere ricordato e celebrato.