La 111esima edizione de La Grande Boucle era iniziata a fine Giugno dall’Italia e alla fine delle 3 settimane di gara il vincitore del Tour de France, con tanto di premiazione a Nizza, è stato Pogacar. Si sono dunque ampiamente rispettati tutti i pronostici della vigilia. Tadej Pogacar sale a tutti gli effetti nell’Olimpo dei grandi del ciclismo, riesce a vincere, nella stessa annata sportiva, sia il Giro d’Italia che il Tour de France; è una storica doppietta che pochi son riusciti a realizzare.
Ha vinto complessivamente 6 tappe, compresa la cronometro finale e anche questo rappresenta un record. Nella terza settimana con le Alpi ancora da scalare qualcuno pensava che il danese Vingegaard potesse rimanere in scia e potesse accorciare le distanze; è accaduto proprio il contrario: Pogacar ha allungato ulteriormente e ha consolidato il suo primato.
I segnali che potesse finire così c’erano tutti, eccome se c’erano; Tadej in tutte le tre settimane non è mai apparso in difficoltà, ha sempre controllato lucidamente il tutto. Ha vinto con merito 6 frazioni e l’intero Tour. E’ forte in salita ma, forse, ancora di più in discesa: ovunque. Dimostra di essere un corridore completo.
C’è da dire che rispetto alla corsa Rosa, lì dove lo sloveno vinse con con un distacco siderale di quasi 10 minuti, in Francia la Corsa è stata più combattuta ed equilibrata. Pogacar aveva quantomeno un rivale che si potesse chiamare tale, era Vingegaard che ha provato in tutti i modi a tenere aperta una gara che, altrimenti, sarebbe finita anzitempo.
Il danese nulla però ha potuto dinanzi allo strapotere di quello che attualmente è il più forte. Al termine della 21esima tappa (la cronometro Monaco – Nizza), la classifica generale dice che la Maglia Gialla ha vinto – sul secondo Vingegaard – con un vantaggio di 6’ e 17”, un margine veramente considerevole. Il podio finale vede in terza posizione Evenepoel, per lui sono 9 i minuti di ritardo.