E’ il caso di dire buona la prima, sebbene sia stata solo una conferenza stampa di presentazione. L’allenatore leccese ha risposto (bene) a tutte le domande e ruggendo pare che abbia già conquistato tutti i presenti, compreso il presidente. Scroscianti gli applausi a seguito di alcune risposte. Certo è che poi serviranno i risultati, ma l’inizio (per conoscersi) a livello comunicativo non poteva essere migliore.
Il neo allenatore del Napoli ha più volte ribadito i concetti che lo contraddistinguono come persona e come tecnico. La domanda iniziale è quella della promessa alla piazza napoletana, il salentino non si sbilancia: garantirà serietà e lavoro; mentre a quella del cosa si prova ad allenare una squadra del Sud, lui risponde senza esitazione che lui stesso è orgogliosamente un figlio del Sud poichè è nato a Lecce. Nell’arco della lunga conferenza stampa, senza che ci sia stata alcuna intromissione da parte del presidente De Laurentiis (che al suo fianco ha ascoltato con estrema attenzione), ribadisce che a lui non piace più di tanto parlare, chiacchierare; preferisce fare.
Conte afferma che sin da subito ha ricevuto tanto affetto dalla piazza di Napoli, in questo luogo si è invertito l’ordine delle cose, lui solitamente prima prima dà e poi riceve, non il contrario; si sente pertanto in debito e spera subito di poter bilanciare il tutto. Non promette vittorie poiché – sue parole – uno soltanto vince, ma promette che si darà il massimo e, proprio perché a volte nemmeno questo basta, si dovrà dare ancora di più del massimo. Il volto della sua squadra sarà quello di un team…arrabbiato (per così dire), anche se ha utilizzato un altro termine.
Non vede l’ora di iniziare la stagione perché il suo detto è “chi ha tempo non perda tempo“. Dà poi quella notizia di mercato che tutti volevano sentire, quel giocatore che da qualche settimana sembrava al centro delle voci di mercato, Kvaratskhelia, rimarrà un giocatore del Napoli. Non ci sono dubbi, prima ha guardato il presidente e poi lo ha annunciato con la sicurezza che lo contraddistingue. Quando si parla di differenze fra risultatisti e giochisti sorride dicendo che non gli piace parlare di questa distinzione poiché la ritiene valida solo per i giornali e ribadisce che preferisce i fatti al…fumo. Non è un tipo da “fumo”.
Pone poi l’accento sui goal subiti nella scorsa stagione, sono stati ben 48 e secondo lui – che cura maniacalmente la difesa – sono troppi; è qui che si deve agire e migliorare se si vuole ambire ai vertici della classifica. Alla domanda di cosa pensa di Ibrahimovic che lo ha definito un manager, dice che lo è senza problemi e che forse a qualcuno può dar fastidio. All’inizio aveva detto che oltre al Napoli aveva ricevuto altre offerte da parte di club all’estero.
Per quanto riguarda il recente passato della squadra azzurra, si deve dimenticare, questo si, tuttavia afferma che un po’ del dolore dello scorso anno è utile che rimanga dentro i calciatori perché sarà utile per… voltare pagina. L’allenatore ha parlato di: lavoro, serietà e di maglia sudata e tutto questo non può non piacere ai tifosi; dà il massimo ma pretende lo stesso dai suoi calciatori. Siamo solo all’inizio dell’era Conte, ma siamo sicuri che ci sarà da divertirsi.