Il mondo del calcio piange Carlo Mazzone: l’ex allenatore aveva 86 anni

Il calcio italiano saluta Carlo Mazzone, er "Sor Magara" aveva 86 anni. Una vita dedicata completamente al calcio. In Serie A detiene il record di 792 partite ufficiali, esclusi gli spareggi.

Il mondo del calcio piange Carlo Mazzone: l’ex allenatore aveva 86 anni

Il mondo del calcio italiano, proprio nel giorno della prima giornata della Serie A, saluta Carlo Mazzone. L’allenatore, nato a Roma, detiene proprio il record di presenze nel nostro campionato con 792 partite (797, calcolando anche 5 spareggi, nonché il primato di presenze ufficiali in panchina, con 1278.

Mazzone, nel corso degli anni, è riuscito a conquistarsi la fiducia dei suoi calciatori, ove Pep Guardiola non ha mai nascosto di essersi ispirato a lui: “Mazzone mi è stato veramente vicino, soprattutto nei momenti difficili. Mi ha trattato come un figlio. Lo stesso attestato di stima è stato ricevuto anche da Roberto Baggio, in cui il “Divin Codino” con il Brescia è riuscito a incantare tutti.

La carriera di Carlo Mazzone

La sua carriera da calciatore inizia nel Latina, per poi riuscire a giocare nella squadra del suo cuore: la Roma. Con la squadra della capitale fa solamente due presenze, prima di legarsi dapprima al Latina, poi al Siena e infine al suo amato Ascoli, in cui raccoglie in dieci anni 219 presenze impreziosite da 11 gol.

Proprio con il Del Duca Ascoli inizia a muovere i primi passi da allenatore, iniziando dalle giovanili per poi essere chiamato nella prima squadra nel 1969 la quale sostituì fino al termine della stagione l’allenatore Eliani. Ottenne immediatamente degli ottimi risultati, portò la squadra per la prima volta nella sua storia in testa al campionato, sfiorando la promozione.

Carletto rimase ad Ascoli fino al 1975, ove con due promozioni in tre anni, portò la squadra dalla Serie C alla massima serie. Da qui viene chiamato dalla Fiorentina e in tre anni riusci a conquistare un terzo posto e una Coppa di Lega Italo-Inglese, prima di trasferirsi al Catanzaro riuscendo a ottenere due importanti salvezze.

Tornò poi nel 1980 all’Ascoli per altre cinque stagioni, guidando la squadra a un sesto posto nel campionato 1981-1982 e a quattro salvezze consecutive. Ad Ascoli si tratta della sua terza (compresa da calciatore) e ultima avventura, ove successivamente gli venne intitolato la tribuna Est dello Stadio Cino e Lillo Del Duca.

Dopo un’esperienza a Cagliari durata tre anni, conclusa purtroppo con una retrocessione, riuscì ad allenatore per altri tre anni la Roma e contribuendo in maniera importante nel lanciare Francesco Totti nel calcio che conta. Dopo alcune sfortunate avventura a Napoli, Bologna e Perugia, viene chiamato da Corioni per allenare il Brescia.

Qui riuscì a convincere Roberto Baggio a giocare per i lombardi, il quale al momento della firma con le rondinelle fece apporre sul contratto una clausola che gli avrebbe permesso di rescinderlo nel caso in cui Mazzone avesse cambiato squadra.

Il binomio tra Baggio e Mazzone, impreziosito da altri calciatori importanti e ancora stimati dai suoi “allievi” come Pirlo, Mozart, Mazzone ed i gemelli Filippini, solamente per citarne alcuni, record di quattro salvezze consecutive e la qualificazione alla Coppa UEFA sfiorata nel 2001, in cui il club però venne sconfitto dai parigini del PSG (ai tempi senza la presenza degli arabi) nella finale di Coppa Intertoto.

La corsa sotto la curva dell’Atalanta e gli ultimi anni

Memorabile resta anche la famosa corsa sotto la curva dell’Atalanta dopo il 3-3 con il Brescia, raccontata direttamente da Carletto in una intervista sul sito de “Il Giornale”: “Noi andammo in vantaggio con Baggio, forse festeggiammo troppo e infatti l’Atalanta ce ribaltò e si portò sul 3-1. In campo era una battaglia, ma mi dava più fastidio sentire già a fine primo tempo dalla curva dei bergamaschi i cori beceri che mi trafissero er core: ‘Carletto Mazzone romano de me*da, Carletto Mazzone figlio di pu**ana’. Andai dal quarto uomo e gli dissi: ‘Stamme bene a sentì, tu devi scrivere tutto sul tuo taccuino, perché mo t’avviso che sto fuori de testa. Se pareggiamo scrivi tutto’. Proprio in quel momento Baggio segnò il 2 a 3 e già lì fu difficile stà zitto. Mi rivolsi alla curva dell’Atalanta e mi scappo una frase: ‘E mò se famo il 3 a 3 vengo sotto lì da voi…’. Me l’aspettavo, me stavo già preparando. Al gol del 3-3 in me fu una specie di blackout, cominciai a correre verso quella curva con il pugno chiuso, più correvo e più urlavo ‘Mo arivo, mo arivo…” Il mio vice Menichini provò a fermarmi ma ormai nun ce stavo più con la capoccia, avevano toccano i miei sentimenti più cari. Mi trovai davanti alla rete, fu allora che capii e mi fermai”.

Dopo quella memorabile corsa ci scherzò sopra, rivelando che era colpa del suo “fratello gemello” che si impossessava di lui durante le partite e di Roberto Baggio (anche se il terzo gol pare che sia più un autogol di Alessandro Rinaldi) che aveva fatto tre gol contro l’Atalanta.

Concluse la sua carriera dapprima nel Bologna, dove ottiene una salvezza e una retrocessione dopo gli spareggi alla fine della stagione 2004-2005, e poi nella Livorno di Spinelli, ove è servita più a eguagliare il record di 787 presenze in panchina in Serie A di Nereo Rocco e lo ha successivamente battuto, giungendo a fine stagione a 792 presenze in serie A.

La Serie A, sia per l’uomo che per l’incredibile carriera fatta da Carletto Mazzone, ha deciso di fare un minuto di silenzio per l’allenatore, che inizierà proprio da Frosinone-Napoli, tra l’altro la sua ex squadra, che giocheranno alle ore 18:30 del 19 agosto.

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