Jakub Jankto, centrocampista ceco, fa ritorno in Italia dopo le esperienze con il Getafe e lo Sparta Praga. Questa volta, si unisce alla squadra del Cagliari, appena promossa in Serie A, e ritrova l’allenatore Claudio Ranieri, che lo aveva già guidato ai tempi della Sampdoria.
Tuttavia, la notizia più importante riguardante Jankto non è il suo ritorno in Italia o l’incontro con Ranieri, ma il fatto che diventerà il primo giocatore dichiaratamente omosessuale a calcare i campi della massima serie italiana. Nel mese di febbraio, proprio prima di San Valentino, il calciatore ceco ha preso la coraggiosa decisione di non nascondere la sua omosessualità, pubblicando un toccante video sui social media. È importante sottolineare che ha preso questa decisione mentre indossava la maglia dello Slavia Praga, ma ha riconosciuto che se si fosse trovato in Spagna o in Italia, probabilmente non avrebbe mai fatto coming out.
Il mondo del calcio è notoriamente pieno di tabù e l’omosessualità è ancora considerata un argomento difficile da affrontare. Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni in termini di accettazione e inclusione nella società, il calcio rimane un ambiente in cui molti giocatori temono di esprimere liberamente la propria identità sessuale.
La decisione di Jankto di fare coming out è un gesto coraggioso che potrebbe aprire la strada per una maggiore accettazione nel calcio italiano. Il suo annuncio ha ricevuto ampio sostegno da parte dei tifosi, dei compagni di squadra e di molte personalità sportive. Si spera che questo possa segnare l’inizio di un cambiamento positivo nel modo in cui il calcio affronta la questione dell’omosessualità.
È importante sottolineare che l’orientamento sessuale di un giocatore non dovrebbe influire sulla sua carriera o sul modo in cui viene considerato come professionista. Ciò che conta sono le sue abilità calcistiche e il suo impegno sul campo. Ogni giocatore dovrebbe avere il diritto di essere se stesso senza paura di discriminazione o pregiudizi.