Arrivato in Ferrari con l’intenzione di aprire un ciclo vincente, nelle sue cinque stagioni in rosso Fernando Alonso non è mai riuscito a conquistare il titolo mondiale. Con una monoposto non all’altezza delle aspettative, lo spagnolo ha dovuto costantemente inchinarsi allo strapotere della Red Bull di Sebastian Vettel, che dopo aver annientato qualsiasi avversario, ha vinto come se nulla fosse ben quattro campionati di fila.
Quando è arrivato il turno del tedesco alla corte di Maranello, la musica non è però cambiata. Come una sorta di maledizione, anche lui non è stato in grado di mettere le mani sul titolo. Dopo aver lottato e sperato, una volta accarezzato il sogno di ogni pilota di Formula 1, il suo legame con il team è andato via via lacerandosi.
Analizzando la loro comune esperienza per mezzo di un’intervista rilasciata ai microfoni di F1-Insider, Fernando Alonso ha quindi cercato di trovare un filo conduttore, un elemento in comune tra lui e l’attuale pilota dell’Aston Martin. Così, dopo aver premesso che “entrambi ci abbiamo provato con la Ferrari. Siamo andati vicini alla vittoria finale, ma non ce l’abbiamo fatta”, lo spagnolo ha aggiunto di non aver mai parlato con il rivale del suo periodo in Ferrari.
Ad ogni modo, pur non avendo mai scambiato opinioni su questo delicato argomento, l’asturiano è dell’idea che la responsabilità del comune fallimento sia da ricercare più nel team che nei piloti. “La Ferrari ai tempi miei e di Sebastian non era ancora pronta a diventare campione del mondo” ha sentenziato l’asso di Oviedo. Detto in altre parole, le grandi ambizioni iniziali hanno generato delle aspettative fin troppo elevate, dimostratesi nei fatti palesemente controproducenti.
Oggi però, dopo aver capito gli errori del passato, il pilota dell’Alpine vede un diverso atteggiamento da parte della Rossa. “Ora hanno cambiato il modo di pianificare e le aspettative non sono più così alte, dato che hanno scelto piloti giovani. Attualmente pensano maggiormente sul lungo periodo e non più a breve termine” ha concluso il due volte campione del mondo della Renault, lasciando intendere che in casa Ferrari si sia volutamente messa da parte l’ossessione della vittoria, privilegiando una crescita progressiva della squadra.