Riforma della Serie A: la vera rivoluzione del calcio italiano

La riforma del campionato di Serie A prevede la riduzione delle rose delle squadre e l’introduzione dell’obbligo di inserire giocatori dei vivai e dovrebbe consentire finalmente ai giovani calciatori di mettersi in evidenza nelle squadre di club

Riforma della Serie A: la vera rivoluzione del calcio italiano

“Quando entrerà in vigore la riduzione delle rose? Dal prossimo campionato, accompagnandola gradualmente. In 2-3 anni le società dovranno conseguire questo risultato. Per un contenimento dei costi e la valorizzazione dei calciatori italiani che crescono nei vivai”.

Queste sono le parole che Claudio Lotito, consigliere Figc con delega alle riforme, ha pronunciato al termine del consiglio federale. Le rose delle squadre di Serie A dovranno, quindi, avere non più di venticinque giocatori e di questi almeno otto dovranno essere cresciuti nei vivai nazionali (4 nel vivaio del club e 4 negli altri vivai nazionali).

Il proposito di riforma della Serie A  è senza dubbio ambizioso e va incontro alle esigenze di un calcio sempre più povero di nuovi talenti. Se il progetto andrà in porto i giovani calciatori italiani non solo faranno finalmente parte delle rose delle squadre di serie A, ma avranno anche la possibilità di giocare, visto che la riduzione delle rose farà in modo che durante una stagione lunga e impegnativa ci sarà sicuramente posto per tutti.

Lotito, inoltre parla anche della riduzione delle squadre dei campionati italiani: “Fermo restando gli accordi tra le componenti l’intenzione è di portare la Serie A a 18, a 18-20 la B e scendere il più possibile in Lega Pro”. Alle parole di Lotito fa eco Tavecchio che afferma: “La riforma dei campionati è la madre di tutte le battaglie. La riduzione delle squadre professionistiche sta nei fatti”.

La grande novità che sta dietro queste parole sta nel fatto che la riduzione delle rose delle squadre di Serie A e l’introduzione dell’obbligo di inserire giocatori dei vivai, dovrebbe consentire finalmente ai giovani calciatori di mettersi in evidenza nelle squadre di club. La  conseguenza sarà la creazione nell’immediato futuro di un serbatoio naturale per la nostra nazionale fino ad oggi sostenuta solo dalla grinta inossidabile dei big come Buffon e Pirlo che, però, hanno raggiunto un’età in cui già meditano il ritiro.

Il fatto poi che l’annuncio del ritiro da parte di Pirlo sia stato ritrattato dopo che Conte è diventato ct della nazionale, rivela come nella nazionale italiana ci siano scarsi ricambi generazionali. Se la riforma dei campionati e delle rose sarà completata potremo finalmente vedere su scala nazionale la strategia che fino ad oggi ha messo in opera la sola Juventus e, in parte, la Roma.

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