Tra le tante squadre che cercano di formare una rosa di alto livello competitivo, i New Orleans Pelicans registrano una certa difficoltà dovuta ad una situazione contigente “pericolosa” per quanto riguarda la durata dei contratti in essere e per il totale del monte ingaggi elevatissimo. In più, a complicare la situazione, si è verificata la partenza dei due principali free agent ex-Pelicans, Rajon Rondo (ai Lakers) e DeMarcus Cousins (ai Warriors), elementi fondamentali per l’ottima annata scorsa, conclusasi alle semifinali di conference.
Proseguiamo con ordine: dal draft 2018 i Pelicans hanno ricavato solamente la scelta n.51, Tony Carr, un playmaker dotato soprattutto di una netta facilità nel tiro in area e dalla distanza. I giocatori che i Pelicans potrebbero recuperare dalla free agency di chi l’anno scorso ha vestito la canotta della Louisiana sono Charles Cooke, elemento da fondo della panchina, e Jordan Crawford, guardia che lo scorso anno ha giocato pochissimo ed il cui contratto pesa molto sulle casse dei pellicani: nessuno di loro probabilmente verrà riconfermato.
Gli acquisti sono tre e molto importanti, che per il peso ed il valore di tali, dovrebbe vedere qui concluso il vero mercato annuale dei Pelicans: dai Lakers arriva via free agency Julius Randle, ala grande dotata di grande fisico, ottimo rimbalzista e concreto realizzatore, elemento molto utile per sostituire Cousins. Anche gli altri acquisti sono giunti dai liberi da contratto: Elfryd Payton ha lasciato i Suns e dovrà dimostrare davvero il suo valore, finora non espresso del tutto; Jahlil Okafor invece deve per forza di essere quel portento di centro visto ai Sixers nell’anno di esordio, mai più visto in seguito.
Concluso il discorso sul mercato, resta l’immensa rosa sotto contratto, con 13 giocatori a libro paga. Anthony Davis è il fenomeno della squadra, un centro sempre decisivo, d’impatto, dai mezzi atletici spaventosi e dal rendimento totale (28 punti e 11 rimbalzi a partita). Jrue Holiday è la guardia che lo scorso anno ha fatto benissimo al fianco di Rondo ed è il secondo giocatore dei Pelicans per talento e determinazione. E’Twaun Moore, infine, lo scorso anno ha agito da ala piccola, sicuramente il meno di classe dei titolari, però con discreti numeri realizzativi. Completeranno il quintetto titolare Payton come playmaker e Randle come ala grande.
La panchina ha ben 10 giocatori a contratto dello scorso anno ed alcuni di essi pesano moltissimo sul salary cap, pur avendo un ruolo marginale, come i lunghi Emeka Okafor ed Alexis Ajinca. Nikola Mirotic potrebbe contendere il ruolo da titolare ad E’Twaun Moore, con il suo grande potenziale, mentre Solomon Hill agisce bene in difesa come ala grande dalla panchina, poi c’è Cheick Diallo, altra ala grande di grande prestanza in area. Gli altri giocatori sono tutti quasi in eccesso e completeranno il fondo della panchina.
L’ingresso dei tre nuovi acquisti e di Carr, ottenuto dal draft, saranno i termini chiave per risolvere l’equazione sulla reale competitività di New Orleans in questa stagìone. Va osservato che la profusione di squadre di medio-alto livello nella Western Conference è elevata e, dietro i favoriti, i Pelicans potranno occupare una forbice che va dalla sorpresa in positivo fino all’esclusione dai playoff. La stella di Davis sarà decisiva, ma lo saranno di più sicuramente i nuovi arrivati, nel bene e nel male.