A quanto pare, questa sessione di mercato invernale è stata tra le più deludenti degli ultimi anni. Inter, Napoli, Juve e Roma hanno avuto l’occasione per rafforzarsi in vista della sfida scudetto e non l’hanno fatto. I tifosi rimasti maggiormente delusi sono stati quelli di Roma, Inter e Napoli.
Monchi (dirigente della Roma) ha venduto Palmieri, Moreno e Castan e dopo un po’ di giorni passati sulla “telenovela Dzeko”, che doveva andare a Londra sponda Chelsea, la trattativa poi è saltata, purtroppo per la Roma che avrebbe potuto incassare un po’ di soldi per un attaccante ormai 32 enne. Un acquisto è stato fatto: un certo Jonathan Silva, e Monchi si definisce soddisfatto per questo mercato.
Per quanto riguarda l’Inter, invece, erano giorni che si parlava della trattativa di Pastore del Psg; il giocatore in un’intervista aveva lasciato dichiarazioni su un possibile ritorno in Italia, si trattava anche Ramires del Sunning, ma entrambe le operazioni non sono mai decollate. La dirigenza nerazzurra è riuscita però a vendere Joao Mario al West Ham e a mandare in prestito Nagatomo al Galatasaray.
Delofeu era conteso tra Inter e Napoli ma poi alla fine è andato al Wolfsburg; il Napoli ha ‘duellato’ anche con la Juventus per Matteo Politano del Sassuolo, trasferimento poi sfumato nelle ultime ore; per non parlare di Simone Verdi che ha preferito rifiutare i partenopei per crescere di più con il Bologna.
Magari tra queste squadre la più giustificata è la Juventus che ha una rosa ampia, ma le altre avevano il dovere di rinforzarsi per la lotta-scudetto.
La Lazio ha dimostrato più volontà andando a prendere Caceres dal Verona facendo così un buon acquisto per la difesa.
I colpi veri si fanno all’estero: il Barcellona ha speso 160 milioni per strappare Coutinho al Liverpool, con i Reds che ne hanno versati 85 nelle casse del Southampton per assicurarsi il difensore Virgil Van Dijk; Aymeric Laporte è passato dall’Athletic Bilbao al Manchester City per 65 milioni, mentre l’Arsenal ha tesserato Pierre-Emerick Aubameyang per 63 milioni. In Italia, invece, gli affari si muovono ancora a velocità molto ridotta.