Nel corso di un atteso evento tenutosi nei pressi di Los Angeles, il vulcanico Elon Musk – ceo di Tesla Motors (e proprietario di Space X, una sorta di taxi spaziale, di Boring Company, per trasporti sotterranei ad elevata velocità, e di SolarCity, per la produzione di energia solare) ha mostrato le sue ultime due creature, ovvero il primo Tir a zero emissioni, chiamato Tesla Semi, e l’auto sportiva Tesla Roadster 2.
Puntuale e atteso come poche altre volte, a Hawthorne, si è da poco concluso l’ultimo evento della Tesla Motors in cui Elon Musk in persona è arrivato a bordo del primo veicolo oggetto di presentazione, l’autoarticolato Tesla Semi (Tir nello slang yankee). Tesla Semi, esteticamente, sembra come un locomotore nel quale fosse entrata, a viva forza, un’auto del gruppo: la cabina mostra un muso stretto e allungato, per ragioni aerodinamiche, il che ha portato a una serie di conseguenze a catena. Il sedile del pilota è posto al centro, garantendogli anche una visuale più completa, e risultando idoneo sia nei paesi in cui si guida a sinistra che in quelli ove si tiene la destra: questo ha fatto sì, inoltre, che il sedile di un passeggero, comunque presente, fosse posto dietro quello del conducente, seppur non allineato a quest’ultimo.
Sotto la cabina è posto il pacco batterie, ricaricabile in mezz’ora presso le nuove colonnine Megacharger (migliorate rispetto alle diffusissime – negli USA – Supercharger, ed alimentate dai pannelli solari della SolarCity), e capace di alimentare per 500/800 km (anche con la presenza del rimorchio, carico, da 36 tonnellate) i 4 motori posti sul retro a supporto di 4 delle 6 ruote della motrice. Considerato il collegamento diretto dei succitati motori alle ruote, senza l’intermediazione di frammezzamenti meccanici (es. scatole del cambio), l’accelerazione va da 0 a 96 km/h in 5 secondi, 20 con la presenza del rimorchio.
La tecnologia, a bordo, è di serie: al posto dei comandi (guadagnando, in tal modo altro spazio), operano due display posti ai lati del volante, su cui viene visualizzata la velocità, lo stato dei motori e dell’energia residua, e la posizione lungo il percorso nella mappa. Grazie alla presenza di telecamere frontali poste sotto il parabrezza, e laterali in sostituzione degli specchietti retrovisori, Tesla Semi è in grado di supportare il sistema Autopilot nel mantenere una velocità costante, la stessa corsia, salvo – poi – rallentare nel traffico. Il prezzo è ancora ignoto (si sa solo che occorreranno 5000 dollari per la prenotazione) ma, in compenso, Musk ha invitato a considerare che tale camion, garantito per 1.6 milioni di km, sarà più economico di uno tradizionale, richiedendo meno spese per la manutenzione, e per i rifornimenti: come dire che, considerando il prezzo del gasolio, e un risparmio di 200 mila dollari annui per il pieno di un equivalente termodinamico, il veicolo si ripaga da solo nel giro d’un paio di anni.
Oltre al Tesla Semi, che andrà a confrontarsi col Nikola One, Musk ha presentato anche l’evoluzione della sua sportivissima Roadster del 2008. La Roadster di oggi sembra quasi la Supercar dell’omonima serie TV, ma decisamente più ecologica: la sua trazione integrale, garantita da un motore anteriore e 2 posteriori, è possibile grazie ad una batteria da 200 kWh, a sua volta accreditata di un’autonomia di poco inferiore ai 1000 km. Le prestazioni della Tesla Roadster 2 possono mandare KO le sportive a benzina, visto che tale veicolo raggiunge la velocità massima di 402 km/h, passando da 0 a 100 km/h in 1.9 secondi. Accaparrarsela sarà ben difficile: disponibile dal 2020 (con un anno di ritardo rispetto al Tir), la Roadster 2 richiederà 45/50 mila dollari…solo di prenotazione, con un prezzo finale di listino che partirà dai 200 mila dollari.